Come raccontare a un ragazzo, meglio ancora a un bambino, tutto l’orrore dell’Olocausto? Quali parole scegliere per addentrarsi su un terreno che va maneggiato con tanta, tantissima cura? Da anni testimoni, scrittori, editori – italiani e stranieri – ci provano con risultati spesso eccellenti, portando in libreria nuovi racconti di una pagina di Storia che non può essere dimenticata o riproponendo romanzi ormai divenuti classici in nuove e rivisitate edizioni. Siamo andati a curiosare tra le proposte più interessanti.
Partiamo dalle novità. Chi meglio di Lia Levi, nonna di sei nipoti, autrice di storie per ragazzi amate anche dagli adulti e di storie per adulti che piacciono anche ai ragazzi (il suo romanzo Questa sera è già domani, pubblicato da e/o, ha vinto il premio Strega Giovani nel 2018 e, lo stesso anno, è arrivato nella cinquina finalista dello Strega vero e proprio) può raccontare la Shoah ai bambini?
Nel suo ultimo libro per ragazzi, che si intitola proprio Il Giorno della Memoria raccontato ai miei nipoti (Piemme), lo fa in modo autorevole eppure con tutta la delicatezza e la saggezza che nei suoi ottantanove anni ha accumulato, partendo proprio dalle domande che, nel corso degli anni, le hanno rivolto migliaia di studenti incontrati nelle scuole e anche da quelle che le hanno fatto davvero i suoi nipoti.
Così in una sorta di dialogo, tra domande (a cominciare da: che cos’è la memoria? Perché esiste il “giorno della memoria”? O perché Hitler ce l’aveva così tanto con gli ebrei, era proprio follia la sua?), riflessioni e curiosità, cerca di spiegare ai più giovani il significato del Giorno della Memoria rivolgendosi direttamente a loro: a Teresa o Matteo, a Giuliano o Penelope. Il racconto inizia proprio il 27 gennaio del 1945 e ripercorre la sua infanzia segnata dalle leggi razziali e dall’occupazione nazista. Indispensabile per tutti i genitori e gli insegnanti che vogliono affrontare l’argomento con i bambini già a partire dai 6 anni.
Arriva in libreria in questi giorni per Il battello a vapore una bella riduzione per giovani lettori de La pianista di Vienna, il romanzo (per adulti) di Mona Golabek e Lee Cohen pubblicato qualche anno fa da Sperling&Kupfer e diventato ora anche un film della Columbia Pictures. Si intitola Una musica più forte delle bombe e lo firma la stessa Mona Golabek, pianista di fama internazionale che ha imparato a suonare dalla madre, Lisa Jura, ebrea di Vienna perseguitata dai nazisti e protagonista di questo libro di cui la figlia ricostruisce la fuga verso Londra e la salvezza proprio grazie alla musica, sempre in collaborazione con il giornalista e sceneggiatore americano Lee Cohen.
Ai Giusti tra le nazioni dedica invece il suo ultimo libro Daniele Aristarco, scrittore molto amato dai ragazzi. A cavallo tra thriller e romanzo di ricostruzione storica questo suo Il Giardino dei Giusti (Einaudi) intreccia la storia inventata di un attore comico alla ricerca del suo passato con quelle vere di alcuni tra i “Giusti”, uomini e donne non ebrei che hanno salvato la vita a molti ebrei, anche a costo della propria. L’autore con Alice Bigli, esperta di letteratura per ragazzi e organizzatrice del festival Mare di libri, incontrerà le classi e gli insegnanti in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Edizioni EL proprio mercoledì 27 gennaio, alle 11, per parlare del libro e delle tematiche delicate che questo affronta.
Tre classici e un romanzo che, sebbene uscito solo due anni fa, si candida presto a diventarlo sull’onda del grande successo subito riscosso, inaugurano la nuovissima collana “Bur Memoria”: quattro titoli (per ora) che ogni ragazzo dovrebbe leggere almeno una volta nella vita. A cominciare da quell’indimenticabile Quando Hitler rubò il coniglio rosa di Judith Kerr, in cui la scrittrice e illustratrice tedesca naturalizzata britannica, scomparsa nemmeno due anni fa a quasi 96 anni, racconta la sua infanzia di rifugiata a Londra, dopo aver lasciato con la famiglia Berlino nel 1933, alla vigilia della presa di potere di Hitler. Nella fuga dalla Germania la protagonista Anna, alter ego dell’autrice, porta con sé come gioco solo un cane di pezza nuovo, lasciando invece il coniglio rosa, suo compagno da sempre, nell’illusione di poterlo presto riabbracciare. Invece non lo rivedrà più, perché la loro casa e tutti i loro beni saranno confiscati da Hitler, che come recita il titolo del libro le ruberà così anche il coniglio rosa, metafora potente di tutta la sua infanzia.
Gli altri consigliatissimi titoli di questa preziosa collana sono il bestseller di John Byne, Il bambino con il pigiama a righe, tradotto in 53 lingue e trasformato nell’omonimo film; l’altrettanto famoso Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo, uscito per la prima volta nel 1973, al quale si è ispirato il film omonimo del 2017, e infine il toccante e attualissimo Solo una parola di Matteo Corradini. Tutti e quattro i romanzi sono accompagnati da delicate illustrazioni in bianco e nero, nel caso di Judith Kerr realizzate dall’autrice stessa, e tutti sono adatti a partire dai 10 anni.
Anna Frank è invece la protagonista di una nuova biografia, approvata dalla Fondazione di Basilea a lei dedicata, firmata dalla pluripremiata autrice tedesca Mirjam Pressler, traduttrice tra l’altro dell’edizione tedesca del Diario. Accompagnato dalle illustrazioni in bianco e nero di Sualzo, questo Anne Frank. La mia vita, pubblicato in Italia da Sonda, vuole nelle intenzioni dell’autrice ritrasformare l’icona che Anna è diventata nella ragazza in carne e ossa, “fatta di desideri e speranze, aspirazioni, opinioni e contraddizioni”, scrive Pressler nell’introduzione, “nell’adolescente, nella teenager” degli anni Quaranta del secolo scorso. E sicuramente ci riesce, mostrandocela energica, passionale, tutt’altro che una vittima e, con lei, raccontandoci anche nei limiti del possibile le persone che la circondano, gli abitanti dell’alloggio segreto e i loro benefattori, dalle cui testimonianze l’autrice ha attinto per scrivere questa biografia.
Arricchita con i materiali ufficiali della Casa di Amsterdam e le foto degli album della famiglia Frank, la storia di Anna rivive anche in Fuori c’è la guerra. Anne Frank e il suo mondo della scrittrice olandese Janny van der Molen pubblicato da Einaudi ragazzi. A metà tra racconto e divulgazione, è una ricostruzione accurata basata su fonti storiche, a cominciare dal famoso Diario e dagli scritti del padre di Anna, dei loro protettori e di altri testimoni. Tra i materiali più interessanti c’è sicuramente la riproduzione in sezione dell’alloggio segreto.
Ma non finisce qui. Un classico imprescindibile come Il diario di Anne Frank diventa un graphic novel nell’adattamento di Ozanam e i disegni di Nadji, due tra i più apprezzati autori di bande dessinée nell’universo franco-belga, pubblicato ora in Italia da Star Comics, per dare ancora una volta (nuova) voce a una storia che non si può dimenticare.
Due maestri della letteratura per bambini insieme per riflettere – in versi – sulla guerra senza senso, l’odio e le cicatrici dell’Olocausto. Loro sono Michael Rosen, l’acclamato autore di A caccia dell’orso, e il grande illustratore Quentin Blake: a impreziosire l’edizione italiana pubblicata da Mondadori di queste “poesie migranti” la traduzione d’autore di Roberto Piumini. In questo bellissimo In cammino, Michael Rosen racconta infatti la sua infanzia a Londra nell’immediato dopoguerra, come figlio di emigrati ebrei polacchi, costretto a fare i conti con i fantasmi di un passato che, anche per chi salvandosi se lo è lasciato alle spalle, non può essere cancellato.
E di guerra, toccando in questo caso un po’ più marginalmente gli orrori della Shoah, si parla anche nel graphic memoir Patria. Crescere in tempo di guerra pubblicato da Becco Giallo. Dove l’autrice, Bruna Martini – dieci anni di esperienza nel campo dell’illustrazione e dell’animazione – racconta la storia di sua zia Graziella cresciuta durante il ventennio fascista, in un clima dominato dal conflitto mondiale e dalla propaganda ideologica. Alternando disegni a pastello o acquerello con documenti dell’epoca, vecchie fotografie, pagelle, articoli di giornale e quaderni di scuola, l’autrice fa scorrere sotto i nostri occhi l’infanzia di una bambina dove adunate in uniforme, razionamenti di cibo, fughe sotto le bombe al suono delle sirene e deportazioni delle famiglie ebree sono all’ordine del giorno. Ricordandoci ancora una volta – eccolo dunque forte e chiaro il messaggio di questo come di tutti gli altri libri – che “per non ripetere gli errori della storia bisogna coltivare la memoria, per non rivivere gli orrori del passato bisogna conoscere ciò che è stato”.
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