BOLOGNA. Ha 31 anni e quattro diversi tumori al cervello, che le hanno compromesso la vista in maniera permanente, rendendola gravemente ipovedente. Dal 2007 Marta Pellizzi combatte per sopravvivere e dal 2011 combatte anche con l’Inps, che continua a ritoccare la sua invalidità al ribasso. Nel 2012 il tribunale del lavoro di Bologna ha stabilito che avesse «definitivamente» diritto all’invalidità al 100% e all’assegno di accompagnamento. Pochi giorni fa però la commissione di invalidità imolese ha rivisto questo verdetto, limitando la sua indennità al 70%. E stavolta Marta – che nel frattempo si è laureata e fa la consulente in digital marketing – si è ribellata via social. Con l’hashtagh #ioNonMollo ha scatenato un pandemonio su Telegram, Facebook e Twitter, finché non sono arrivate nell’ordine: la telefonata di scuse del presidente dell’Insp Pasquale Tridico e poi una email, con la quale la direttrice del settore Invalidità civile Maria Sciarrino comunica a Marta la decisione di riportare la sua indennità al 100%. Senza accompagnamento però. « Questa è una presa in giro – sbotta Marta – perché l’invalidità al 100% corrisponde circa a 296 euro al mese, mentre l’accompagnamento sono 520 euro. Sono stanca, arrabbiata e delusa dalle istituzioni: ho scritto al governatore Stefano Bonaccini, al governo e anche al presidente Sergio Mattarella senza ricevere risposta».
La storia
Nel 2007 a Marta viene diagnosticato tumore cerebrale molto esteso, che le ha già compromesso la vista. Viene operata, ma il tumore ricompare nel 2011 in due diverse recidive, nuovamente rimosse. Due anni dopo, nel 2013, il tumore si ripresenta una terza volta per poi tornare ancora nel 2019. «Ho avuto una nuova diagnosi di recidiva che attualmente è in corso – racconta Marta – e sta crescendo sembrerebbe lentamente. La vista però non è più ritornata. Vedo nero a sinistra e ho campo visivo ridotto del 90% a destra, ma anche nella piccola porzione che resta vedo un grado, praticamente nulla. Anzi, nel muovermi quel piccolo cono di luce è quasi un ostacolo. Nel lavoro la tecnologia è di aiuto, ma senza mia madre non andrei da nessuna parte».
Spettabile Presidente @PTridico , se può informarsi di questa triste vicenda.
Saluti,
Lapo https://t.co/cBoVwL8RkP— Lapo Elkann (@lapoelkann_) January 25, 2021
I problemi con l’Inps
Nel 2011 Marta viene convocata per la prima volta a Imola a una vista di controllo, per rivalutare la sua invalidità. «La commissione non ha valutato i miei documenti – racconta Marta – in realtà si è limitata solo a farmi domande generiche e battute inopportune, tipo: perché mi tingo i capelli se tanto non posso vedermi allo specchio». La percentuale di invalidità viene abbassata, lei fa ricorso, lo vince e tutto tace fino a pochi giorni fa. Nel 2019 arriva la nuova visita straordinaria e l’ 11 gennaio 2021 nuovo verdetto: invalidità al 70%. «Tra l’altro – sottolinea Marta – nel verbale si sottolinea il fatto che io mi sia laureata e che lavori, come se fosse una prova della mia falsa invalidità».
Tra pochi giorni compirò 31 anni. A me sembra di aver vissuto cent'anni.
Affronto il quarto tumore al cervello e lo spegnersi della vista. Sento che stavolta è finita.
Mi chiedo come un essere umano possa sopportare questo. Ogni istante.#IoNonMollo— Marta Pellizzi (@marta_pellizzi) June 3, 2020
La protesta
«Ho lottato con 4 tumori cerebrali e perso la vista ma per l’Inps non ho diritto all’accompagnamento. Istituzioni e giornali non mi danno ascolto. Il mio dramma esiste. E merita attenzione: chi mi aiuta a divulgare?», scrive su Twitter. Migliaia di like, retweet che crescono ogni secondo. Sotto l’hastagh #Iononmollo Marta scatena la sua prima bufera social e il 15 gennaio a mezzogiorno arriva la telefonata di Tridico. «Mi ha detto che effettivamente l’Inps aveva fatto dei pasticci e che esaminando la mia situazione in maniera più accurata avevano riportato la mia invalidità al 100%, senza però concedermi l’accompagnamento». Stamattina l'ha ritwittata anche Lapo Elkann. «Con il mio avvocato – spiega Marta- abbiamo deciso di muoverci anche noi in autotutela, chiediamo una sorta di rivalutazione preliminare di tutta la mia situazione, cercheremo anche di fornire ulteriori documentazioni. La mia rabbia è anche dovuta al fatto che sto ricevendo centinaia di segnalazioni di simili alla mia, comportamenti poco etici da parte delle commissioni, battutine. #IoNonMollo non è solo per me, ma anche per alzare il polverone in tutta Italia, vorrei fare comprendere che questo problema esiste e coinvolge migliaia di persone anche giovani, se ci fossero delle registrazioni di queste visite si scoprirebbe il marciume che c’è sotto. All’Inps ho fatto un’altra domand, alla quale nessuno ha ancora risposto: è vero che esiste un premio produzione per i medici che negano l’invalidità?».
La riposta dell'Inps
Sul caso della signora Pellizzi, anche il Presidente Tridico si è personalmente interessato alla vicenda e ha sollecitato una nuova analisi della domanda. La situazione è stata riesaminata positivamente con il riconoscimento del 100% di invalidità, in virtù di specifici criteri valutativi stabiliti dalle norme vigenti che hanno portato al riconoscimento di una pensione di inabilità e l’erogazione di un importo mensile che, in base al reddito attuale del beneficiario, può arrivare a 650 euro mensili. Non si sono constatati i requisiti sanitari per i riconoscimento dell’indennità di accompagnamento che, secondo la norma e i criteri oggettivi applicati a tutti i richiedenti, viene concessa in base alla sussistenza di assenza di autonomia nella capacità di deambulazione o nell’espletamento degli atti quotidiani della vita.
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