Berlino chiama, Roma risponde. In questi ultimi turbolenti giorni per la maggioranza giallorossa – a un passo dallo spaccarsi sulla risoluzione su Fondo Salva Stati e Next Generation Ue – si sono intensificati i contatti tra l'Ue e l'Italia e tra Angela Merkel e Giuseppe Conte. La Cancelliera, infatti, sarebbe preoccupata per il balletto dell'esecutivo italiano su Mes e sui 209 miliardi del Recovery Fund e teme che i giallorossi possano sfilarsi all'ultimo: l'appuntamento decisivo è fissato a domani, quando il sedicente avvocato del popolo riferirà in Aula e il Parlamento voterà la risoluzione della maggioranza sugli aiuti europei per fare fronte all'emergenza sanitaria e alla crisi economica causa pandemia di Covid.
La Germania non transige e nelle ultime ore il ministro degli Affari europei tedesco – nonché presidente di turno del Consiglio europeo – Michael Roth ha così tuonato: "Basta ritardi sul Recovery Fund". "A luglio ci siano trovati d'accordo su un sostanzioso piano di Recovery. Tutti gli Stati membri si sono impegnati sullo stato diritto come valore essenziale per l'Unione. Sarebbe irresponsabile ritardare ulteriormente questo sostegno essenziale per i nostri cittadini, abbiamo bisogno di sbloccare rapidamente il sostegno finanziario che è fondamentale per molti stati membri", le parole di Roth riportate da La Repubblica. Il messaggio, insomma, è chiaro.
Il perché del pressing di Berlino? Secondo La Stampa, il governo di Angela Merkel ha fretta di portare a casa uno dei pilastri della riforma europea, ovvero il cosiddetto ""backstop", la rete di protezione pubblica per le banche; un paracadute fondamentale per lo stressato sistema creditizio tedesco. Ecco perché, come detto, nelle ultime ora si sono intensificati i contatti tra la Cancelliera e il presidente del Consiglio.
Calcolatrice alla mano, domani i giallorossi dovrebbero riuscire a ottenere il "sì" in Senato, pur con qualche patema di troppo: salvo sorprese dell'ultima – che però non si possono escludere – la maggioranza dovrebbe incassare 159 voti, salvandosi. Però, mai dire mai: nonostante abbia ricucito dopo lo strappo, Italia Viva potrebbe fare lo sgambetto.
"Per capire fino a che punto Matteo Renzi si voglia spingere, Conte ha infatti dato disponibilità a ridiscutere della governance sul Next generation Ue che al momento prevede il premier al vertice, assieme al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, e una squadra di manager a seguire […] Allargare il tavolo, coinvolgendo un ministro di peso di Italia Viva, per esempio Teresa Bellanova potrebbe placare l'ex premier ma non è così semplice", scrive ancora La Stampa. Sarà così? Staremo a vedere.
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