Comitati di base, associazioni, gruppi impegnati in vertenze locali. Luigi De Magistris lo aveva detto e nelle sue prime mosse di campagna elettorale lo sta facendo. "Da uomo di sinistra – ripete – faccio appello a tutti i calabresi". Soprattutto quelli che la politica l'hanno subita. Quindi niente segreterie di partiti, niente accordi a tavolino o tavoli di concertazione, ma assemblee di militanti, incontri con attivisti, lunghe – raccontano – riunioni con gruppi che lavorano sul territorio. E una promessa "dovessi vincere, la prima legge elettorale sarà per l'acqua pubblica", forse l'ultima battaglia che ha visto entrare in scena la società civile calabrese.
Nell'ultimo fine settimana, speso fra il Pollino e la zona di Corigliano Rossano è andata così. Qualche giorno prima invece, a Cinquefrondi, nel reggino, il sindaco di Napoli ha incontrato un centinaio di attivisti. Certo, non tutte le riunioni sono in presenza. "L'emergenza in corso ci obbliga a una serie di limitazioni. Solo alcuni incontri sono in presenza, per il resto bisogna adattarsi con skype, videochiamate" dice De Magistris, con una punta di rammarico per le modalità che il periodo impone, ma soddisfatto – pare – dai primi incontri necessari per preparare la sua corsa alla Regione. "La Calabria è straordinariamente viva, è una terra di storie di lotte reali. Ce ne sono a centinaia su tutto il territorio. Fino ad oggi – spiega – sono state considerate solo in periodo elettorale e dimenticate subito dopo, c'è un ceto politico che ha schiacciato queste energie. Il mio proposito è esattamente l'opposto. È con chi ha fatto queste battaglie che vorrei costruire la rivoluzione in Calabria".
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Uno è sicuramente Ferdinando Laghi, medico e presidente internazionale e vicepresidente nazionale di Isde, i medici per l'ambiente. Attivista ambientalista storico e riconosciuto in Calabria, convinto che sia impossibile parlare di salute senza parlare di ambiente in un territorio in cui l'interramento di scorie è stato prassi e la devastazione degli ecosistemi abitudine, il dottor Laghi è uno "da prima linea". E del sindaco di Napoli è un vecchio amico. "Ci conosciamo da oltre vent'anni, perché affrontare i disastri ambientali significa anche parlare di chi li ha provocati e perché, del mondo del malaffare che ci sta dietro. In questo De Magistris è stato un punto di riferimento e anche dopo ci è sempre stato vicino". E poi, dice da militante che ha battuto tutto il Pollino, città per città, ai tempi del referendum per l'acqua pubblica "è uno dei pochi politici che ha mostrato coerenza che pochi hanno. Ha sostenuto la battaglia per l'acqua pubblica e Napoli è uno dei pochi Comuni italiani in cui è così".
È uno dei punti del programma con cui il sindaco di Napoli sogna di conquistare la Calabria. Anzi, "la prima legge regionale che mi impegno a fare se eletto". Poi, spiega quasi infervorato al telefono, c'è tutto il settore della sanità da riprogrammare insieme ad una nuova politica dell'ambiente "perché è impossibile pensare di parlare di salute senza pensare a dove la gente vive", ci sono le infrastrutture "perché la Calabria ha ancora tratti di ferrovia non elettrificata, roba da anteguerra", c'è il sogno di "permettere a chi parte di farlo per scelta e non per obbligo. E magari di tornare". Tema antico, battuto da tanti, argomento principe di ogni campagna elettorale da decenni. Ma rimasto solo tale, mentre in migliaia continuano ad andar via per non tornare. "I finanziamenti europei sono un'occasione straordinaria – dice De Magistris – sempre che non vengano utilizzati per rafforzare il grande partito della spesa pubblica utile solo a rafforzare clientele. Il recovery fund – e lo dico da sindaco di Napoli che ha presentato progetti concreti quando, con molto ritardo, il governo si è ricordato di interpellare i sindaci – è un'occasione straordinaria. In questo senso, non penso che la presidenza leghista della Calabria abbia brillato per iniziativa".
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Una risposta polemica ai tanti che lo accusano di essere uno "straniero in cerca di gloria"? "Gli attacchi che ricevo da certo ceto politico mi dimostrano che sto facendo la cosa giusta, che ho interpretato bene le sollecitazioni che sono arrivate dal territorio". Il che – ci tiene ad aggiungere – non significa certo demonizzare i partiti. Del resto, con lui si sono già ufficialmente schierati Rifondazione Comunista, movimento per la rinascita del Pci, per l'unità dei comunisti e quasi tutte le anime della diaspora "rossa".
Il suo uomo in Calabria, il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia – da due mandati a capo di una maggioranza indigesta tanto al centrosinistra come al centrodestra – a sorpresa ieri sera ha conquistato uno scranno al Consiglio metropolitano di Reggio Calabria. Certo, merito di una storia politica personale ultraventennale nonostante la giovane età. Ma anche di un numero sempre crescente di amministratori che guardano al movimento di De Magistris come un'alternativa concreta. Così come guardano con interesse al sindaco di Napoli anche i tanti elettori del centrosinistra impegnati in associazioni e comitati che hanno visto regolarmente ignorate le loro battaglie. In tanti – inclusi interi meet up – lo hanno contattato.
Ma ci sono stati incontri – conferma De Magistris – anche con alcuni dirigenti pentastellati. "Capisco che i Cinque Stelle abbiano un accordo di governo, ma la Calabria può essere un laboratorio politico per un nuovo meridionalismo, un nuovo modello di governo basato sulla giustizia sociale e un'occasione per il Movimenti di decidere se è ancora quello degli esordi o ormai solo quello degli incontri con Cesa e Mastella". Una stilettata che tocca un punto dolente non solo per gli elettori, ma anche per molti attivisti e persino eletti pentastellati, che ancor prima dell'ufficializzazione della candidatura di De Magistris guardavano con estrema diffidenza al tavolo del centrosinistra. Ufficialmente, i portavoce 5s dovrebbero essere ancora impegnati nella ricerca di un programma e un aspirante governatore unitario, ma quel tavolo – arenatosi dopo il rinvio ufficiale delle elezioni – attualmente fissate per l'11 aprile – non ha ancora partorito alcunché, mentre continua a perdere pezzi.
E Carlo Tansi, con il suo movimento arancione? Al momento, il sondaggio da lui stesso lanciato sulla sua pagina Facebook gli ha consigliato – ma non con maggioranza proprio bulgara – di non rinunciare alla pretesa di essere candidato governatore. Al netto dei pasdaran e con De Magistris in ballo, l'ex responsabile della Protezione Civile sembra però cosciente del rischio di ritrovarsi generale senza esercito. Una cosa sembra certa. Con i vertici dei partiti di centrosinistra, margini di discussione non ce ne sono. Né – ed è reciproca la cosa – si ambisce a trovarli. Contro "lo straniero" De Magistris si sono schierati tutti. "Ma se votare un calabrese significa dare fiducia a chi da vent'anni distrugge questa terra, che senso ha?" dice Laghi. Certo, lui è di parte, ammette. "Ma se in questa regione il 54% della gente non va a votare ci sarà un motivo, no?".
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