PARIGI – Silenzio, siamo nel metrò. È la raccomandazione che viene dall'Accademia di Medicina francese. Nell'ultimo punto della situazione sanitaria, i membri della prestigiosa accademia fondata nell'Ottocento lanciano l'allarme sul contagio per via aerea nei mezzi pubblici. "L'obbligo di indossare mascherine sui mezzi di trasporto pubblico – è scritto nella nota – dovrebbe essere accompagnato, quando non è possibile il distanziamento sociale, da una semplice precauzione: evitare di parlare e di fare telefonate”. Un modo di diminuire ancora di più le emissioni di virus per aerosol. Patrick Berche, che ha partecipato alle raccomandazioni, spiega che si tratta di una misura di buon senso. “In un vagone della metropolitana in cui ci sono solo tre persone non c'è nessun problema, ma se ci si trova a soli due centimetri di distanza dalla persona successiva è molto diverso”.
La Francia prepara le mascherine da sport per riaprire le palestre
dalla nostra corrispondente
Anais Ginori
L'accademia non è un organo consultivo ufficiale e mantiene una certa indipendenza da quando è cominciata la crisi del Covid. Può rispondere alle domande del governo, ma emette anche raccomandazioni che vanno contro la politica ufficiale. L'ultima nota è infatti una critica esplicita contro la decisione del Haut Conseil de la Santé Publique che chiede ai francesi di indossare solo mascherine chirurgiche, evitando le mascherine di tessuto. "La proposta di un inasprimento della regolamentazione si basa su un principio di precauzione, ma manca di prove scientifiche" scrive l'Accademia secondo cui le mascherine in tessuto o fatte in casa sono efficaci contro la diffusione del coronavirus, purché siano indossate correttamente. "Variante o meno, il Sars–CoV-2 utilizza gli stessi canali di trasmissione”.
La maggior parte dei contagi, continuano gli scienziati, si verifica in situazioni in cui le persone fanno attenzione. Il cambio di posizione del governo qualche giorno fa ha seminato il panico, con tante persone ormai abituate a indossare mascherine in tessuto e molte aziende che producono da mesi le mascherine omologate dalle autorità sanitarie. "Questo cambiamento – osserva l'Accademia – rischia di suscitare incomprensione e potrebbe ravvivare i dubbi sulla solidità delle politiche ufficiali”.
Commenti recenti