Vivere in un limbo regolamentativo ai tempi del Covid. È quello che sta succedendo ai bambini, e alle relative famiglie, che frequentano la scuola statale italiana Casa d'Italia di Zurigo, in Svizzera. Pur essendo un istituto privato parificato, che riceve finanziamenti e impiega docenti dall'Italia, non applica i Dpcm italiani, in materia di tutela della salute e prevenzione del Covid, primo fra tutti l'obbligo della mascherina in classe per i bambini dai 6 anni in su.
Scuola, arrivano i primi test rapidi ripetuti nel tempo. "Utili a scovare presto i focolai"
di
Elena Dusi
I genitori di alcuni bambini si sono rivolti a Repubblica perché i loro appelli al Console italiano a Zurigo e all'Ufficio quinto del Ministero degli Esteri che si occupa delle scuole italiane all'estero sono rimasti inascoltati o comunque hanno ricevuto delle risposte insufficienti e non risolutive: le mascherine in aula restano solo "raccomandate" ma non obbligatorie, così come il distanziamento, impossibile in una struttura con spazi ridotti come quella di Casa d'Italia, collocata al terzo piano di un edificio in cui sono presenti anche degli uffici e una palestra. Le uniche misure applicate sono entrata e uscita scaglionate, finestre sempre aperte e lavaggio delle mani.
Riapertura scuole, il Cts: "Garantire didattica in presenza in tutti i cicli"
di
Corrado Zunino
Niente quarantena per tutti se in classe c'è un solo contagio
All'inizio di novembre c'è stato un grande focolaio di Covid nella scuola che è stata chiusa per due settimane, alle quali sono seguite altre due settimane tra Dad e scuola in presenza. Da inizio dicembre sono ricominciate le lezioni totalmente in presenza, nonostante si siano verificati ancora alcuni casi di contagio. "Tra l'altro in Svizzera se c'è un solo contagio in classe gli altri bambini non vengono messi in quarantena ma vanno regolarmente a scuola, almenoché il medico cantonale non disponga diversamente" spiega un gruppo di genitori preoccupati, anche perché tra loro ce ne sono alcuni che rientrano nelle categorie a rischio. "Se i contagiati sono due e sintomatici – visto che gli asintomatici under 12 non vengono testati – verrà probabilmente disposta la quarantena, sempre a discrezione del medico cantonale".
La pandemia e la scoperta della scuola
di
Massimo Recalcati
In Svizzera rischio zero per i bambini
La preside dell'istituto in una mail rivolta ai genitori ha sottolineato che "la Società Svizzera di Pediatria raccomanda di mandare a scuola anche i figli di genitori/familiari a rischio, perché il rischio che i bambini portino il virus a casa da scuola e lo diffondano è molto basso. I bambini sono raramente infetti e raramente sono persone indicizzate per la trasmissione di SARS-CoV-2. Le misure igieniche generali a casa sono molto importanti". Invitando così a evitare "assenze ingiustificate" e, velatamente, a indossare la mascherina tra le mura domestiche.
"Basta con la scuola online, fateci tornare in classe"
di
Maurizio Molinari
"Chiediamo l'obbligo della mascherina"
Da novembre è quindi iniziato un pellegrinaggio virtuale tra consolato, preside e cantone di Zurigo. "Volevamo capire se, come scuola privata riconosciuta, sussistesse la capacità giuridica di applicare la normativa italiana anticovid per la sicurezza nelle scuole anche nella nostra" continuano i genitori. "Sebbene il cantone ci avesse comunicato chiaramente che le scuole private hanno la capacità di implementare l'uso obbligatorio delle mascherine per i bambini tra i 6 e i 12 anni, non c'è mai stata da parte del dirigente scolastico la volontà di imporre tale obbligo. Considerando le condizioni epidemiologiche della Svizzera, con un tasso di positività arrivato anche al 23% (ora è al 12) abbiamo paura di mandare i nostri figli a scuola. Chiediamo che sia imposto l'obbligo delle mascherine in classe, anche se poi dovessimo affrontare 'sterili discussioni' con gli altri genitori, come ci è stato scritto dal Console, per scoraggiarci".
Scuola, il via libera del Cts: “Si torni in presenza, la Dad fa danni”
di
Corrado Zunino
Il cambio di rotta dal 25 gennaio
Per fortuna qualcosa sta cambiando: anche se nei 26 cantoni elvetici i provvedimenti anticovid vengono decisi a macchia di leopardo in virtù dell'autonomia cantonale, un paio di giorni fa è arrivata una mail alle famiglie della scuola italiana svizzera che li informa che "la Direzione dell'Istruzione del Cantone di Zurigo ha decretato l'obbligo della mascherina per gli alunni delle classi quarta e quinta della scuola primaria. Pertanto, da lunedì 25 gennaio fino alla fine del mese di febbraio, tutti gli alunni della classe quarta e della classe quinta della nostra scuola primaria dovranno indossare la mascherina (…). Si raccomanda vivamente l'uso della mascherina tra tutti gli alunni delle altri classi di scuola primaria".
Scuola, il prefetto costringe il preside a chiudere l'istituto di Tortolì in Sardegna: "L'ordinanza regionale prevale sul Dpcm"
La paura delle varianti
"La presenza in Svizzera delle varianti sudafricana e inglese sta facendo cambiare la narrativa epidemiologica e le regole della quarantena" spiega uno dei genitori. "Nello specifico se viene effettuato il tampone su un bambino e questi risulta contagiato da una variante del virus, allora scatta la quarantena per tutti. È un primo passo ma non bisogna aspettare che la situazione sia totalmente fuori controllo per correre ai ripari. È assurdo che in una scuola italiana non si applichino le leggi italiane, soprattutto se sono volte a tutelare la salute di intere famiglie".
Commenti recenti