Sequestrato il cellulare della titolare della casa di riposo di Lanuvio dove, sabato scorso, sono morte cinque anziane, uccise, in base alle prime indagini, da micidiali e incredibilmente elevate emissioni di monossido di carbonio.
Mentre proseguono le indagini sulle cause esatte dei decessi e delle intossicazioni di altri cinque ospiti e di due operatori, in attesa oggi anche delle autopsie sulle salme delle vittime, e sulla misteriosa fonte delle velenose esalazioni, i carabinieri continuano senza sosta a ricostruire quanto accaduto prima che venisse dato l'allarme. Vi sono contraddizioni nelle testimonianze e il sospetto che potesse essere fatto qualcosa per evitare, con soccorsi tempestivi, quei decessi è forte.
I militari dell'Arma della stazione di Velletri stanno così continuando ad ascoltare i testimoni, ad incrociare le loro dichiarazioni, a rilevare le diverse incongruenze e a confrontare tutto con i tabulati telefonici. Particolare quest'ultimo per cui è stato sequestrato il telefonino di Sabrina Monti, titolare insieme alla nipote Desirée Giustiniani di Villa dei Diamanti, entrambe indagate con l'accusa al momento di omicidio colposo plurimo.
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La donna, che gestiva di fatto la struttura e che sabato era a casa dopo essere risultata positiva al Covid, come quasi tutti gli anziani ospiti e parte degli operatori, avrebbe riferito inizialmente ai carabinieri di aver chiamato alle 5 del mattino di sabato gli operatori presenti nella casa di via Montegiove Nuovo senza ricevere risposta. Avrebbe specificato che, data la situazione delicata nella casa per anziani, voleva avere notizie e che, allarmatasi per quei telefoni che squillavano a vuoto, aveva violato la quarantena recandosi di persona a Villa dei Diamanti insieme al marito, di aver trovato i due operatori e i dieci anziani ospiti privi di conoscenza, e di aver chiesto aiuto.
Agli investigatori risulta una telefonata al 112 alle 9.20. Il compagno dell'operatrice intossicata ha però poi riferito di essere entrato lui per primo nella villetta, preoccupato perché la compagna non gli rispondeva al telefono, di aver aperto le finestre, di aver prestato i primi soccorsi e telefonato alla Monti. L'uomo non avrebbe però avuto le chiavi della casa per anziani e sembra che nessuno dei soccorritori lo abbia notato una volta giunti nella struttura di Lanuvio, anche se la titolare della struttura avrebbe detto di aver trovato tre finestre aperte e tale particolare sembra combaciare con il racconto del testimone.
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Nella ricostruzione dell'accaduto è inoltre emerso che tra le 4 e le 5 la Monti avrebbe ricevuto anche una telefonata, senza risposta, dall'operatore presente nella casa per anziani e rimasto intossicato, particolare che l'avrebbe allarmata e per cui avrebbe iniziato a telefonare. Tra le 4 e le 9.20, in oltre cinque ore, qualcosa forse poteva essere fatto per salvare le cinque anziane decedute. I carabinieri stanno cercando di scoprire esattamente cosa è accaduto, se vi siano stati colpevoli ritardi nei soccorsi ed esattamente chi sia entrato nella villetta e cosa abbia fatto prima del loro intervento. Accertamenti per cui i militari stanno controllando anche il telefonino del marito dell'indagata.
In parallelo proseguono poi le indagini sulle cause esatte dei decessi e delle intossicazioni e sulla fonte delle emissioni di monossido di carbonio. Il sostituto procuratore Giuseppe Travaglini ha disposto una consulenza medico-legale e oggi, presso l'Istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli di Roma, verranno eseguite le autopsie. "Gli accertamenti medico-legali serviranno a verificare epoca, causa e mezzi che hanno determinato i decessi, mentre quelli tossicologici serviranno a capire quale sia stata la sostanza tossica, se il monossido di carbonio come si è pensato alla luce dei primi rilievi, oppure se vi sia stata una sostanza esogena", ha dichiarato il legale delle due indagate, l'avvocato Daniele Bocciolini, che ha nominato come proprio consulente di parte il dottor Guido Maria De Mari.
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Il magistrato non ha invece ancora disposto una consulenza tecnica. Villa dei Diamanti è sotto sequestro, ma per via dei casi di Covid prima di poter far entrare dei consulenti e far compiere loro accertamenti approfonditi sarà necessario sanificare gli ambienti senza disperdere indizi preziosi per l'inchiesta. A nominare dei legali sono infine stati anche i familiari di due vittime, che si stanno già interessando dell'eventuale copertura assicurativa, per poi poter procedere con le richieste di risarcimento. Un'altra grana per la Monti
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