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"Io, Joseph Robinette Biden, giuro solennemente di adempiere con fedeltà all'ufficio di presidente degli Stati Uniti, e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti al meglio delle mie capacità. Che Dio mi aiuti". Joe Biden ha giurato come 46esimo presidente degli Stati Uniti nelle mani del giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, con la formula prevista all'articolo II, sezione 1 della Costituzione.
Alla ricerca dell'unità
Biden ha giurato su una Bibbia di famiglia, tenuta dalla moglie Jill, utilizzata sia per i due giuramenti da vicepresidente (2009 e 2013), sia per tutti i giuramenti da senatore, sin dal primo nel 1973. "Questo è il giorno dell'America, è il giorno della democrazia", ha dichiarato nel suo discorso al Campidoglio. Un discorso, in molti dei suoi passaggi, improntato alla ricerca dell'unità, dopo le divisioni del recente passato.
È per questo che il successore di Trump si è presentato come il "presidente di tutti gli americani", con la promessa di sconfiggere il "terrorismo interno" e la "supremazia bianca". "C'è molto da riparare, da ricostruire, da curare e da ottenere", ha affermato Biden, invocando l'unità per superare le sfide. L'unità, tra l'altro, è una condizione necessaria, tanto per ristabilire la convivenza pacifica all'interno degli Stati Uniti, quanto per superare la minaccia sanitaria rappresentata dalla pandemia di Covid-19.
Quello attuale è "un momento di crisi, ma l'unità ci potrà salvare". E ancora: "Oggi non celebriamo il trionfo di un candidato, ma della democrazia. Abbiamo imparato che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. E oggi ha prevalso", ha quindi proseguito il neo presidente, riferendosi ai recenti disordini scoppiati nel cuore dell'America.
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