Sapevano che nella zona non ci sono telecamere. Sapevano che la casupola era isolata. Ma soprattutto sapevano che lì dentro, in una delle "abitazioni" di uno dei tanti insediamenti abusivi che nascono e spariscono di continuo nelle viscere della città, c'erano soldi. Tanti soldi. Sotto forma di gioielli, probabilmente il provento di un furto per un valore totale di almeno 50mila euro.
Sono dunque andati a colpo sicuro i finti agenti – come tali si sono presentati per la perquisizione – in via Castel del Giudice, Roma Est, sulla Prenestina oltre il raccordo: qui c'è appunto un campo nomadi abusivo. I finti agenti, armati e con altri attrezzi in mano, tipo una mazza da baseball, probabilmente pronti a sfasciare tutto per trovare il malloppo, sono arrivati con la sicumera di chi sa cosa sta cercando, annunciandosi con un "Polizia, dobbiamo perquisire tutto".
Poi sono andati, come se sapessero bene dove, verso la casupola nascosta dove appunto stavano nascosti 50mila euro in gioielli. "Erano italiani, guidavano un'auto, ci hanno detto di essere della polizia, erano armati, ci siamo spaventati, ci hanno minacciato" hanno detto ai veri poliziotti poi arrivati sul posto chiamati dagli abitanti del campo nomadi, ancora sotto shock.
E' intervenuto il commissariato Casilino che ha raccolto i racconti e le testimonianze. Gli investigatori sospettano che i finti agenti sapessero molto bene dove andare. Che avessero avuto, per motivi che sono ancora da chiarire, un'idea precisa di cosa fare. Forse, ragionano, hanno un "informatore" interno. O forse qualcun'altro che stava indagando e che ha fatto la soffiata. Ancora non è chiaro se si trattasse di altri nomadi italiani. Il che spiegherebbe il possesso delle informazioni.Original Article
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