BOLOGNA. «Temevo peggio, questo ci dà un po’ di sollievo rispetto all’andare avanti di settimana in settimana. Sempre che l’Emilia-Romagna non diventi rossa, allora la priorità in modo assoluto va alla salute, ripartiamo forti anche dell’enorme lavoro fatto in estate e prima di Natale col Prefetto, gli enti locali, l’ufficio scolastico e Tper, che consentirà di affrontare con una certa serenità il rientro tra i banchi».
La curva dei contagi aumenta, genitori e insegnanti sono divisi: c’è chi ha paura di questo ritorno, lei cosa ne pensa?
«Tornare in presenza era necessario, stiamo vedendo adesso una situazione di lenta demotivazione nei ragazzi che ci preoccupa. Non sono segnali eclatanti, ma un disagio che si manifesta in modo graduale con una progressiva apatia».
La Dad non funziona più?
«Ci ha salvato, altrimenti tutti i ragazzi avrebbero perso un anno dopo il lockdown a febbraio. La scuola non si è mai fermata. Usciamo però dallo scontro: la Dad è il male o il bene assoluto. Il problema non è lo strumento, ma come fai didattica e spero che questa diventi anche l’occasione per ripensarla, affinché i docenti rivedano la loro relazione educativa coi ragazzi. Dopo tempi lunghi in Dad tornare in aula era necessario».
Al 50% le sembra possibile?
«Lo vedremo alla prova dei fatti, ma mi pare l’equilibrio giusto. Con la metà degli studenti nelle aule e più corse dei mezzi pubblici ce la possiamo fare».
Un gruppo di genitori del suo Istituto propone di dare una mano a gestire gli assembramenti agli ingressi, accetterà questa disponibilità?
«Non solo, mi piacerebbe che fosse allargata ad altre scuole. Intendo rivolgermi anche ai sindaci per l’uso degli assistenti civici. Usciamo dalle contrapposizioni e rimbocchiamoci tutti le maniche, come comunità nel territorio, per salvaguardare il diritto allo studio e alla salute coinvolgendo genitori, gli stessi ragazzi, la protezione civile nella gestione di ciò che non ha funzionato prima: gli assembramenti fuori e sui mezzi. Penso a una comunità che si autoregola. Quando siamo stati in presenza al 100% non abbiamo avuto contagi o focolai interni, dunque ce la possiamo fare».Original Article
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