MILANO – Le barricate del governo francese contro il cambio di proprietà dei supermercati Carrefour sortiscono il loro effetto: Couche-Tard, il gruppo canadese che aveva presentato un'offerta da 16,2 miliardi di euro per rilevare il colosso della grande distribuzione alimentare transalpina, avrebbe deciso di interrompere i colloqui dopo che dall'esecutivo è arrivata chiara la contrarietà all'operazione. A rivelarlo è il Financial Times che cita fonti vicine al dossier.
Ieri il presidente di Couche-Tard, Alain Bouchard, ha incontrato il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire per cercare di convincerlo a dare il suo benestare all'operazione. Bouchard, scrive il quotidiano economico britannico, avrebbe manifestato, in particolare, la volontà del gruppo di effettuare un investimento di 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni e di non toccare ai livelli occupazionali per due anni.
La posizione assunta dal governo del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, scrive il quotidiano della City, "è in contrasto con l'immagine favorevole alle imprese che da tempo cercava di proiettare. Ma con le elezioni presidenziali che incombono il prossimo anno è stato giudicato troppo alto il rischio che rappresenta un'operazione che prevederebbe l'acquisto da parte di un gruppo straniero del più grande datore di lavoro del settore privato in Francia". Secondo una fonte vicino al dossier citata dal 'Ft' il governo francese "indebolito dalle critiche sulla gestione della pandemia e della crisi economica sta reagendo in modo difensivo. È un calcolo puramente politico". Sempre secondo il quotidiano economico i tre maggiori azionisti di Carrefour (Bernard Arnault, la famiglia Moulin e il gruppo Galeries Lafayette), che insieme controllano circa il 23% del capitale, erano disponibili a vendere le loro quote per facilitare l'accordo.
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