I primi sudditi di sua maestà a ricevere il vaccino contro il Covid saranno gli anziani residenti nelle case di riposo. Già domattina. E persino la regina Elisabetta si farà presto vaccinare col duca di Edinburgo, come sempre, al fianco. Che bravi! Mosca, dal canto suo, ha annunciato ieri i primi vaccinati con Sputnik. Speriamo bene per i cittadini russi. E noi? Noi sappiamo che le agenzie regolatorie, per prima quella europea (EMA) sono al lavoro. Ma sorge spontanea la domanda: perché non si spicciano?
Seguita da un'altrettanto spontanea esclamazione: che bravi gli inglesi!. Certo, che sull'isola se la cavassero bene, anzi benissimo, con le sperimentazioni dei farmaci lo sappiamo da decenni. Sono veloci, rigorosi, affidabili. D'altra parte hanno ospitato per 40 anni l'Ema stessa, la intransigenza e abilità scientifica dei ricecatori farmaceutici inglesi fu ritenuta dai padri dell'Europa di garanzia assoluta per i cittadini dell'Unone. E, per converso, questa straordinaria superiorità si è rafforzata proprio grazie all'indotto dell'Ema. (Peccato che il nostro governo non sia stato capace di portarla a Milano all'indomani della Brexit: ora vediamo cosa ci siamo persi). Gli inglesi hanno messo in atto dei protocolli di controllo già dopo i primi annunci delle aziende, e sono stati veloci. Ne hanno perso in accuratezza? Francamente crediamo non così tanto da giustificare i ritardi. Abbiamo più volte scritto che le nostre agenzie regolatorie sono affidabili, che ci fidiamo più di ogni altra della FDA americana proprio perché rivede direttamente le elaborazioni dei dati crudi presentati dalle aziende. Ma resta la perplessità sui tempi: perché non si può fare più rapidamente?
E poi. cominciando le vaccinazioni così presto, gli inglesi avranno, prima degli altri, a disposizione la più vasta sperimentazione "real world" del mondo. Sappiamo che le sperimentazioni che servono alle registrazioni sono fatte su popolazioni superosservate e, ammettiamolo, selezionate per esserre significative sul piano statistico. Poi, c'è il mondo reale. Con la sua magnifica e imperscrutabile variabilità. E di questo ci dicono tutto, appunto, le cosiddette sperimentazioni real world. Gli inglesi ne avranno per primi i risultati. Bravi.
E allora, potremmo chiederci, perché nessuno applaude Mosca? Il loro Sputnik è arrvato per primo e per primi hanno cominciato a vaccinare la popolazione. Ma, chediamoci: ci faremmo inoculare lo Sputnik? Francamente no. E lo stesso si può dire del vaccino cinese. Quindi, perché il vaccino Pfizer sì e lo Sputnik no? Perché nessuno sa come sia stato studiato e sperimentato. Perché la trasparenza è l'unca garanzia quando si parla di medicina e farmaci. Più volte si sono accusate le aziende farmaceutiche di nascondere i dati, di dare solo quelli favorevoli, di manipolarli a favore di Wall Street. Vero, verissimo. Loro pensano agli azionisti, soprattutto, e lavorano per fare risultati economici. Ma lo fanno seguendo le regole del metodo scientifico, e non perché sono virtuosi a prescindere, ma perché i loro dati verranno resi pubblici, perché le agenzie regolatorie (che ci rappresnetano) li faranno neri, perché chi ha pastrocchiato nel passato è stato (magari non sempre, ma spesso) così tanto bastonato, e proprio da Wall Steet, da lasciare impresso il segno.
Insomma, lungi da noi dal comprare a scatola chiusa un prodotto da Big Pharma. Non dobbiamo farlo perché a garanzia della nostra salute ci sono decine, centinaia di occhi spalancati, occhi sapienti che sanno distinguere un pastrocchio da un buon risultato. Non è la trasparenza di Big Pharma la nostra garanzia, è lo sguardo implacabile delle agenzie regolatorie e della comuntà scientifica internazionale. Ma lo è anche l'altrettanto implacabile legge del mercato: tante pharma in competizione per noi sono una garanzia. Purtroppo non siamo altrettanto sicuri che questo si possa dire di quel che accade in Russia. Non sappamo niente. E perciò lo Sputnik, se qualcuno lo vorrà vendere dalle nostre parti, andrebbe esaminato più che bene. (Il condizionale è d'obbligo perché non è affatto sicuro che i russi mollino tutti dati necessari a farci stare sicuri, ma speriamo di sbagliarci).
E Bruxelles, anzi Amsterdam (dove è finita l'Ema che noi non abbiamo sapto portare a Milano)? Arriverà, con il solito ritardo. E noi ci fideremo. Ma peccato aver perso questi mesi: Anche colpa del fatto che l'Ema è appena arrivata ad Amsterdam lasciando oltremanica esperti di primissimo piano. E del fatto che gli inglesi, agendo in rapidità, hanno cominciato prima ad eseminare le carte, man mano che le aziende annunciavano e annunciavano. Invece di aspettare i dossier completi preparati dalle aziende. Comunque sia, non è troppo tardi per darsi una mossa.Original Article
Commenti recenti