ROMA – "Quando giocavo a Football americano c'era un mio compagno di squadra della Lazio che, per prendere in giro il mio essere visceralmente tifoso della Roma, mi chiamava Manzo. Si ispirava al personaggio di Febbre da cavallo, il macellaio, Manzotin". Già dalla spiegazione di un alias decisamente atipico per un atleta di MMA, le arti marziali miste, esce fuori la romanità di Alessio Di Chirico: ''Ma non mi chiedete di che quartiere sono perché ne ho girati veramente tanti. Punto i partenza la Magliana, ma ora vivo in Prati che è il quartiere di mia moglie''. Alessio ha trentuno anni e sabato sera sul ring di Abu Dhabi (diretta su Dazn a partire dalla ore 21) affronterà l'americano Joaquin Buckley il crocevia più importante della carriera. In palio la possibilità di restare nella UFC, categoria pesi medi, che è la più importante organizzazione della disciplina a livello mondiale. ''Sarà un incontro molto complicato, lui è la superstar dell'anno, e suo è anche il migliore ko. Insomma, un grande avversario''.
Comunque vada, Alessio ha raggiunto i vertici di una specialità iniziata quasi per caso: "Verso i 18 anni, finita la scuola, chiunque cerca di orientare la propria vita. Io l'ho fatto andando in una piccola palestra. Una svolta, perché il primo allenamento mi ha coinvolto a tal punto che non ho smesso più''. A costo anche di rinunciare alla sua prima passione, il Football Usa: "All'inizio a dire il vero ho praticato entrambi gli sport contemporaneamente, però quando ho dovuto scegliere e sono andato deciso sull'MMA. Peccato per il Football, sport molto più bello da giocare che da vedere, molto mentale ancora prima che agonistico''.
Anche se come sport 'mentale', le MMA non scherzano: "Ma penso lo siano un po' tutte le discipline individuali. Agassi ad esempio dice che il tennis è lo sport più solitario del mondo. Bisogna imparare a stare bene con se stessi''. Meglio se il processo nasce da basi solide però: "Avere una famiglia che ti sta dietro nei momenti difficili è fondamentale. Io ho un figlio piccolo, a marzo ne nasce un altro. All'inizio combattevo per qualcosa che avevo dentro, ora lo faccio per loro''. Anche il palcoscenico dell'UFC però non garantisce una vita da nababbi: "Prendo 30mila dollari per ogni incontro, più altri 30mila se vinco. Il problema è il fisco americano, che tassa il tutto del 40%. Vi campi bene ma in futuro non ci puoi campare di rendita. Spero che l'Ufc si adegui all'Nfl, che ha un piano di previdenza sociale ed il diritto ad una pensione. E spero inoltre che il Coni riconosca l'MMA".
Soldi, chi ha trovato modo per farne ancora di più è Conor McGregor, passato anche al pugilato per sfidare – perdere nettamente – contro il fuoriclasse del ring Floyd Mayweather jr: ''Lui e Khabib sono i punti di rifermento del movimento. Io preferisco il secondo, e penso che McGregor (si parla insistentemente di un match con Manny Pacquiao, ndr) abbia fatto una cavolata. Il suo conto in banca sarà anche aumentato, ma nella nostra disciplina è peggiorato". Di Chirico e un padre di famiglia che fa una vita piena di rigore e disciplina ("Allenamenti, ma poi sto tanto a casa in famiglia e la sera vado a letto presto"). E' anche per questo che la tragedia di Willy, il ragazzo ucciso a botte da gente che frequentava le palestre MMA, gli ha fatto doppiamente male. ''La cosa che mi è più dispiaciuta è la generalizzazione di tutto il movimento. Anche da parte di gente con ruoli importanti che ci ha definito sportivi superficiali e nichilisti. Questa gente secondo me non è mai stata in forma fisica in vita sua…". Invece Alessio consiglia proprio una palestra di MMA per la cura del proprio corpo: "Non bisogna avere paura di entrarci, perché se non si fa agonistica e si viene seguiti da istruttori di livello, i rischi di farsi male sono ridotti al minimo".
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