MILANO – La Consob ha chiesto a Cattolica di integrare la comunicazione fornita al mercato nei giorni scorsi in merito alle conclusioni dell'ispezione (cui la società si è riservata di rispondere nei tempi dovuti). Durissimi i rilievi, come era già stato reso noto concentrati sulle carenze della governance e sulla gestione dei rischi, riferibili a situazioni relative soprattutto agli anni 2018/19 ed antecedenti, e ai primi mesi del 2020.
Secondo l’Autorità, il consiglio di Cattolica sui vari rischi non si è mosso secondo "canoni di cautela e prudenza, con conseguente pregiudizio potenziale per la solvibilità del Gruppo e la necessità di rafforzamento dei mezzi propri".
Inoltre, c'è stata una limitata la capacità di valutare compiutamente i profili di rischio/rendimento relativi a talune rilevanti decisioni di business. Viene citata l’operazione di bancassurance con Banco BPM, sottoscritta nel 2018. Ivass ha rilevato che i risultati negativi di questa joint venture non sono stati dibattuti all’interno del cda.
Il consiglio, secondo quanto rilevato da Ivass, è sostanzialmente venuto meno alle proprie prerogative di indirizzo, gestione e controllo – assumendo rilevanti decisioni senza il necessario vaglio critico – e spesso avallando passivamente processi decisionali non rispettosi del dovere di agire informati da parte dei consiglieri.
Inoltre, il Presidente del cda non ha svolto adeguatamente il proprio compito di garante del buon funzionamento dell’organo, ponendo in essere condotte – anche in contrasto con lo statuto societario – che ne hanno alterato il processo di formazione delle decisioni e che, per la loro opacità, hanno pregiudicato il diritto degli amministratori all’assunzione di decisioni informate.
Non hanno funzionato sempre a dovere nemmeno i Comitati endoconsiliari, il Comitato per il Governo Societario, il Comitato Nomine e il Comitato Remunerazioni. Inoltre il consiglio non ha svolto adeguatamente il ruolo di indirizzo e di monitoraggio delle controllate Cattolica Beni Immobili e Cattolica Agricola mentre carenze sono state rilevate nelle analisi dei rischi nella sottoscrizione e gestione degli investimenti nella società H-Farm e nel Fondo Ca’ Tron HCampus.
Ivass ha chiesto quindi che Cattolica proceda con l’attuazione di un rafforzamento del sistema di governo societario; che vari una revisione della politica di remunerazione e che non si dia corso a eventuali operazioni di apporto di liquidità alle società controllate non assicurative, e di investimento nel Fondo Ca’ Tron HCampus senza il previo parere favorevole del Comitato per il Governo Societario.
La compagnia ha poi ricordato i rimedi chiesti da Ivass: la vendita delle azioni proprie rivenienti dal recesso al massimo entro la chiusura dell’esercizio 2021; il rapido completamento della seconda tranche di aumento di capitale da 200 milioni; il pronto avvio, sin dalla trasformazione della forma giuridica in spa, di un profondo ricambio dei componenti del cda, che coinvolga in particolare il presidente e gli altri esponenti cui sono ascrivibili le criticità risultanti dal rapporto ispettivo e che favorisca l’ingresso di amministratori di standing adeguato.
In particolare, il cda e i suoi componenti si dovranno adoperare, sin da subito, per consentire di realizzare il ricambio entro tempi il più possibile contenuti, coerenti con la conclusione del processo di trasformazione in atto. Il piano complessivo dei rimedi dovrà essere approvato da cda e sottoposto ad Ivass entro 60 giorni, con l'indicazione delle tempistiche. Si ipotizza che il ricambio del cda possa avvenire con un’assemblea che sarà convocata nei giorni immediatamente successivi alla efficacia della trasformazione giuridica della Società (primo aprile).
La società ha comunicato inoltre di aver ricevuto le dimissioni di Luigi Castelletti, consigliere indipendente non esecutivo, presidente del Comitato Parti Correlate, per personali sue valutazioni sul prosieguo dei lavori circa il riassetto nella governance della società.
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