"Vaccino in gravidanza? Sì, in situazioni a rischio, con età superiore ai 35 anni, co-morbilità e se si svolge una professione sanitaria o di caregiver. E sempre seguendo il parere del ginecologo": Sandro Viglino, presidente nazionale dell'Agite, l'associazione dei ginecologi territoriali e vicepresidente della Sigo, società italiana di ginecologia e ostetricia, presenta il documento che le principali associazioni di ginecologia, ostetricia e neonatologia italiane hanno appena stilato proprio per chiarire, per la prima volta, quali siano, e se ci siano, rischi per le donne in attesa che decidono di vaccinarsi contro il Covid . Ulteriore precauzione, spiegano i ginecologi, è evitare di vaccinarsi nei primi tre mesi di gravidanza o, almeno, è meglio evitare la seconda dose, e posticiparla dopo il quarto mese.
E Viglino, anche se i dati Istat non sono ancora disponibili, dà una prima valutazione sull'andamento delle nascite e del ricorso alla fecondazione assistita al tempo del Covid: "Mi aspetto un deciso calo delle nascite tra il 2020 e il 2021 e ugualmente registreremo un rallentamento dei percorsi per la fecondazione assistita – spiega il ginecologo genovese – e già nel 2019 avevamo segnato 20mila nascite in meno rispetto all'anno precedente. I dai Istat del 2020 non sono ancora disponibili, ma credo che scenderemo ancora. Così pure l'emergenza sanitaria ha portato le coppie che stavano per scegliere il percorso di fecondazione assistita a rimandare".
E intanto i ginecologi hanno appena stilato un importante documento, riguardo al vaccino. "Alla vigilia dell'estensione del vaccino alla maggior parte della popolazione – dice Viglino – siamo arrivati a un punto diverso rispetto all'Oms che sconsiglia, tout court, alle donne in gravidanza la vaccinazione E lo abbiamo fatto sulla base dei dati offerti dalla letteratura internazionale e dell'ultimo rapporto Itoss, che ha visto la nostra partecipazione e condivisione".
Le donne in gravidanza corrono un rischio identico a quello di tutto il resto della popolazione di contrarre l'infezione da Sars-Cov2. E coloro che si sono ammalate "per la maggior parte manifesta sintomi lievi-moderati", indica lo studio. I rischi però aumentano con l'avanzare dell'età o con la presenza di co-morbilità: "Se l'età della donna è superiore ai 35 anni, se ha già altre patologie come asma, obesità, diabete, ipertensione, o se appartiene a etnia nera o ad altre minoranze etniche allora la possibilità di sviluppare forme severe della malattia cresce", dice Viglino. Questo dunque ha portato le associazioni nazionali di specialisti a stabilire proprio in base a questi parametri il bilancio rischi-benefici della vaccinazione in gravidanza.
I vaccini finora autorizzati non hanno alcuna sperimentazione su campioni di popolazione in gravidanza o sugli effetti sui feti : "Sono disponibili soltanto studi su modelli animali, che non hanno mostrato effetti dannosi in gravidanza. Non sono disponibili dati di sicurezza ed efficacia sulle donne durante gravidanza e allattamento – spiega Viglino – ma trattandosi comunque di un vaccino con mRna, non a virus vivo, e in cui le particelle di mRna vengono rapidamente degradate, si ritiene che possa essere considerato sufficientemente sicuro".
La vaccinazione rimane una scelta personale che le donne in attesa devono però fare consultando il proprio ginecologo. "Tra i parametri che considereremo ci sono il livello di circolazione del virus nella comunità", aggiunge Viglino. Chi si è già ammalata di Covid può fare il vaccino, spiegano i ginecologi, mentre non esiste alcuna controindicazione nel sottoporsi alle altre vaccinazioni consigliate: "Vaccinazioni antinfluenzale e antipertosse che sono raccomandate in gravidanza non interferiscono con quella anti Covid ma scopo prudenziale, in assenza di evidenze, raccomandiamo di mantenere un intervallo di almeno 14 giorni tra i vaccini". conclude Viglino. Anche le donne che allattano, sempre dopo aver ricevuto consiglio dal proprio medico e ginecologo, possono ricevere tranquillamente il vaccino.
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