Se ne è andato un altro dei patriarchi del Barolo, uno di quegli uomini che hanno fatto la storia di quel vino e delle Langhe un piccolo paradiso enologico. Olivio Cavallotto, il patriarca dell'omonima famiglia di vignaioli di Castiglione Falletto è morto all'ospedale di Verduno dove era ricoverato da cinque giorni. Aveva 90 anni, lo ha ucciso dal Covid. Era stato il padre Giacomo Cavallotto a fondare l'azienda ma fu lui, Olivio con il fratello Gildo uno dei primi vignaioli di Langa, nel 1946, 75 anni fa, a non vendere più le uve delle proprie vigne sfuse, ma a vinificarle in proprio. Nel 1948 la prima etichetta Cavallotto sulle bottiglie, Di vigne importanti la famiglia ne aveva e ne ha tante tra cui il Bricco Boschis diventato un mito enologico internazionale e che, prima di diventare proprietà dei Cavallotto, era stato di Juliette Colbert, l'ultima marchesa di Barolo, amica di Silvio Pellico, la donna che, arrivata dalla Francia, creò il Barolo moderno. O altro cru importante della famiglia, il Vignolo
Olivio Cavallotto era stato anche impegnato nelle istituzioni del territorio: consigliere comunale, è stato per molti anni vicepresidente di Coldiretti Cuneo, ed era socio fondatore del Consorzio del Barolo e Barbaresco. Lascia la moglie e i figli Laura, Giuseppe e Alfio.