Sarà il primo grande evento in Italia da quando è dilagata la pandemia, un campionato capace di richiamare a Cortina 600 atleti di 70 nazioni, per un totale di 3500 partecipanti a vario titolo. I Mondiali di sci alpino, rigorosamente a porte chiuse, non saranno solo una prova generale in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, ma anche una lotta contro il nemico invisibile che poco meno di un anno fa ha cancellato le finali di Coppa del mondo proprio in Veneto. E per riuscire a concludere la manifestazione con successo, è stato approvato dal Comitato tecnico scientifico con una serie di pareri il "protocollo di prevenzione e igiene Covid-19" di cui Repubblica ha preso visione, scoprendo come verrà gestito un evento molto più complesso del Gp di Monza o di una partita di serie A.
Sci, un mese ai Mondiali di Cortina: l'Italia è trainata dalle donne
di
Alessandra Retico
Rischio moderato, non basso
Il Cts ha indirizzato un vero e proprio warning agli organizzatori, citando la situazione Covid in Veneto: "Va premesso che la situazione epidemiologica attuale…riporta nello specifico per la regione Veneto una valutazione d’impatto “Alta” con un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale, pari a 927 casi per 100.000 abitanti con Rt pari a 0,97, per cui la regione è stata collocata in zona Arancione". Bocciata quindi la valutazione di rischio stilata dagli organizzatori: "L'indice di rischio complessivo è moderato (e non basso come indicato nel protocollo)".
I partecipanti
Meritano attenzione i numeri di chi sarà coinvolto nel Mondiale di Cortina: da 7 febbraio (cerimonia di apertura) al 21 (slalom maschile) andranno gestite 1500 persone dei team (atleti, allenatori, accompagnatori), 80 del comitato organizzatore, 350 volontari, 120 addetti del personale sanitario e antidoping, 150 fornitori. E ancora, 350 operatori dei broadcaster, 220 giornalisti e fotografi, 500 agenti delle forze dell'ordine, 100 alpini, 140 lisciatori della pista, 50 rappresentati della Fis e del cronometraggio, 75 di Infront, oltre ai 950 ospiti ammessi ogni giorno. Di fronte a un numero così consistente di partecipanti, e alle numerose occasioni indoor legate ai Mondiali, il Cts ha approvato il principio delle "bolle".
Le quattro bolle
Le bolle sono state concepite come "un ecosistema di gruppi di lavoro omogenei, i quali devono limitare al minimo i contatti e la condivisione di spazi fisici durante l’evento". Dureranno per tutto il periodo dei Mondiali, e suddivideranno i presenti in questo modo:
• Bolla rossa: team (atleti, allenatori, medici delle squadre, fisioterapisti, skiman, accompagnatori), oltre a Fis, giuria, cronometraggio, antidoping, personale medico e sanitario
• Bolla gialla: media (giornalisti, fotografi, tv)
• Bolla blu: organizzazione, volontari, personale di supporto, forze dell’Ordine, fornitori
• Bolla verde: guest, ospiti, autorita
Più tamponi che nel calcio
"Uno dei pilastri del progetto di contenimento del rischio" si legge nel protocollo, "sara un'azione ampia e continua di test Covid-19, da effettuare pre e durante l’evento". Tutti gli accreditati saranno sottoposti a tamponi rapidi ogni tre giorni, con una frequenza superiore a quella del campionato di serie A (una volta a settimana). In caso di positività sarà effettuato un test molecolare, che potrebbe portare a una quarantena obbligatoria. Da questo screening sarà esentato chi è stato contagiato tra i 90 e i 21 giorni dall'inizio della manifestazione, e potrà esibire un certificato medico di guarigione.
Gli impianti di risalita
Non sarà possibile, per esempio, a Sofia Goggia salire su una cabinovia insieme a un cameraman o a un invitato. "Le file di afflusso agli impianti saranno gestite su linee separate per le differenti bolle" si legge. "Solo appartenenti alla stessa bolla potranno occupare lo stesso mezzo".
Bocciato il piano per le tv
"In merito alle postazioni previste per i media" scrive il Cts, "lo spazio previsto per le cabine TV (chiuse) di dimensioni 2,00 x 1,80 mt destinato ad essere occupato da 2 persone, sebbene appartenenti alla stessa bolla e con obbligo di utilizzo della mascherina chirurgica, non è idoneo. Le cabine potranno essere occupate da un solo cronista alla volta". Quanto al Media Center della stampa, sarà obbligatorio l'uso della mascherina e il distanziamento tra giornalisti.
Gli hotel
In attesa della riapertura delle stazioni invernali, il protocollo già prevede una situazione in cui partecipanti al Mondiale e turisti possano incrociarsi. Sopratutto negli hotel e negli spazi comuni. Tra le varie misure, l'assegnazione della struttura in esclusiva a unico team o a un gruppo di team; l'assegnazione di spazi ristorante dedicati; la preferenza per il servizio delivery in camera; la creazione di percorsi dedicati che evitino contatti con una Federica Brignone o Mikaela Shiffrin che inevitabilmente sarebbero avvicinate dai turisti.
Così si cercherà di rendere una festa un evento che resta a rischio "moderato", nonostante le porte chiuse. Per celebrare una specie di ripartenza dello sport italiano dopo un anno durissimo tra Olimpiadi ed Europei di calcio rinviati, senza dimenticare proprio questi Mondiali che si volevano rimandare al 2022 tanta era la preoccupazione per le conseguenze di questo secondo, tragico inverno di Covid.
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