C'erano un milione e 200 mila cristiani in Iraq prima del 2003. Dopo la guerra di Bush diventarono 300 mila. Ancora, dopo la guerra e il genocidio organizzato dall'Isis, dal 2014 a circa il 2017, sono scesi a poco più di 100 mila, al massimo 120 mila. L'Iraq è il luogo in cui i cristiani di Medio Oriente hanno affrontato le sofferenze, per persecuzioni, le violenze peggiori. E il risultato è uno soltanto, la scomparsa progressiva dei fedeli di Cristo dalle regioni dove il cristianesimo era nato.
In Iraq i giorni fra il 9 e il 10 giugno 2014 verranno ricordati per anni da tutti: in quelle ore i miliziani del califfo Al Bagdadi riuscirono, in poche migliaia, a far fuggire i più di 20 mila soldati e poliziotti dell'esercito federale iracheno. Contro gli sciiti, contro gli yazidi e contro i cristiani. In poche ore da Mosul fuggirono 35 mila cristiani, si spostarono verso i villaggi della piana di Ninive. Ma anche questa cittadina cadde il 6 agosto dello stesso anno, assieme a tutti i villaggi che da secoli avevano visto l'antica presenza di fedeli cristiani.
Alessandro Monteduro, di "Aiuto alla Chiesa che Soffre", ricorda che i cristiani, come un popolo in preda al terrore, si rifugiarono nei territori curdi, dilagarono innanzitutto ad Erbil e nei dintorni di una delle tre maggiori città della regione autonoma: "Da allora abbiamo fatto di tutto per sostenere e difendere i cristiani in Iraq".
In pochi mesi la solidarietà internazionale permise ad "Acs" di far sì che tutti i cristiani lasciassero i container in cui vivevano ed entrassero in abitazioni, i cui fitti vengono pagati dalle Ong cristiane. "Adesso, poco alla volta, i fedeli sono rientrati nei villaggi della piana di Ninive, paesi completamente distrutti, in cui le chiese e ogni minimo simbolo cristiano erano stati distrutti, vandalizzati".
In Siria prima della guerra civile i cristiani erano oltre 1 milione e 200mila: oggi sono tra i 500 e i 550.000. I sacerdoti colpiti nel paese sono stati molti: il gesuita olandese padre Frans van der Lugt, ucciso ad Homs nel 2014. Padre Francois Murad, ucciso a Ghassanieh nel 2013, padre Dall'Oglio e i due vescovi ortodossi, rapiti ormai da 6 anni, di cui non si sa più assolutamente nulla.
In Libano gli anni della guerra civile, il lungo periodo di crisi economica, la fase espansionistica dell'Iran (con il sostegno potente agli sciiti di Hezbollah e di mala), hanno messo i cristiani in condizioni di profonda difficoltà. Per molti dei cristiani libanesi, con forti connessioni in Francia, in Europa e negli stati Uniti, l'alternativa dell'emigrazione spesso è la strada preferita a una sopravvivenza sempre più difficile.
Dopo le persecuzioni, la mancanza di un futuro economico cancellerà i cristiani del Medio Oriente? Nel 1900 in tutto il Medio Oriente erano il 12,7% della popolazione: oggi sono il 4,2%, e verso il 2050 scenderanno al 3,7%. Le proiezioni per il 2050 sono basate sul trend comunque negativo in Iraq, sul disastro della guerra civile in Siria ma anche sulla difficile situazione per i cristiani ortodossi in Egitto. Gli spostamenti, gli esodi all'interno della regione si stanno trasformando in una fuga verso altri continenti. Un'emigrazione definitiva.Original Article
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