"Siamo in guerra con il virus, ma ora inizia la ricostruzione nel segno dell'Europa e sarà il mio governo a guidarla". Così il premier GiuseppeConte ha provato a caricare l'esecutivo giallorosso in vista dell'eleborazione dei piani per l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund. Per lui però si prospettano giorni piuttosto complicati. A partire da domani, quando il Consiglio dei ministri sarà chiamato a discutere del bilancio generale del Recovery Plan italiano con i singoli appostamenti. Le 6 linee guida – che vanno dal digitale alla salute passando per la transizione ecologica, le infrastrutture, l'istruzione e l'inclusione sociale – sono caratterizzate da una decina di relativi progetti. Convocato in seduta straordinaria, metterà ordine tra le diverse proposte avanzate e quantificherà le risorse necessarie.
Proprio su questo fronte si è aperta una polemica all'interno della maggioranza. Il ministro per l'Agricoltura Teresa Bellanova ha lanciato un avvertimento chiarissimo: "Non voteremo nessun documento al buio, non possiamo votare a scatola chiusa né accettare che sia una maggioranza nella maggioranza". La capodelegazione di Italia Viva ha colto l'occasione anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, criticando il lento operato di Conte: "Da una settimana chiediamo le carte per poter orientare la valutazione mia e del mio gruppo politico. Non ho ricevuto neanche un rigo. Non si può sempre forzare oltre il consentito". Una protesta culminata in serata a Palazzo Chigi, dove la delegazione di Italia Viva avrebbe lasciato anzitempo il vertice di maggioranza con il premier, in vista proprio del Consiglio dei Ministri convocato per domani. Secondo quanto apprende l'agenzia Adnkronos, i renziani criticherebbero le decisioni sulla destinazione delle risorse e sulla governance, che secondo gli stessi esponenti, sarebbero già state prese dall'esecutivo prima del tavolo della maggioranza.
Il "piano fantasma"
Dunque si preannuncia teso il Cdm previsto per domani con all'ordine del giorno il Piano nazionale di ripresa e resilienza, più noto come Recovery Plan. Critica la posizione di Mariastella Gelmini: "Un piano fantasma che né i ministri né i partiti di maggioranza affermano di aver visto. Figuriamoci l'opposizione o il Parlamento". La capogruppo di Forza Italia alla Camera lamenta quindi l'ennesima mancanza di volontà di coinvolgere il centrodestra nelle opportune sedi istituzionali. Anche perché bisognerà vedere se pure domani si assisterà alla solita approvazione salvo intese, "formula immaginiamo sconosciuta in Europa e nel mondo".
I 6 supermanager
Il premier, nella recente intervista rilasciata a La Repubblica, già ieri aveva annunciato l'imminente approvazione di una struttura di governance con coordinamento presso la Presidenza del Consiglio. A meno di clamorosi ripensamenti dell'ultimo minuto, la schema piramidale avrà al vertice lo stesso Conte che sarà affiancato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Il loro compito sarà quello di "vigilare con costanza tutta la fase attuativa" e di riferire periodicamente al Ciae (Comitato interministeriale per gli Affari europei) e al Parlamento.
Invece una struttura composta da sei manager, assistita da un relativo staff, si occuperà della supervisione tecnica dell'attuazione: "In casi eccezionali i sei manager potranno essere chiamati a intervenire con poteri sostitutivi per evitare ritardi e perdite di risorse". Domani verrà condivisa la norma con i ministri, mentre i nomi verranno indicati solo successivamente. "Non un buon inizio per il Next generation Ue che oltretutto, a stare alla volontà del premier, verrà affrontato con una cabina di regia estranea ai Ministeri e al Parlamento", è stato il commento della forzista Gelmini.
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