NEW YORK – "Donald Trump non è in grado di fare il presidente, l'ho sempre detto. Fa bene a disertare il mio insediamento, è un imbarazzo per tutti. Il suo comportamento è molto grave ma come agire nei suoi confronti lo deciderà il Congresso". Dal suo quartier generale di Wilmington il presidente eletto Joe Biden risponde così ai giornalisti che gli chiedono se il suo rivale debba essere rimosso dall'incarico: "Sei mesi fa avrei detto sì, con qualunque mezzo. Oggi sono concentrato sulle azioni del mio prossimo governo". Sarà insomma Nancy Pelosi a decidere cosa fare. E la speaker della Camera lo ha già promesso: "Se non lascia volontariamente, il Congresso agirà".
Una decisione definitiva non è ancora stata presa. Ma fra le fila democratiche l'idea di avviare una nuova procedura di impeachment si fa sempre più strada, e potrebbe essere avviata già lunedì. La bozza esiste già, rivela Cnn: l'accusa è incitamento all'insurrezione.
America sotto shock dopo l’assalto al Congresso. Ora la proclamazione di Biden
dal nostro inviato
Federico Rampini
Per Pelosi "nel nostro partito l'idea di un secondo processo ha più consensi di due anni fa". Quando, cioè, Trump fu accusato di abuso di potere nell'ambito dell'"Ucrainagate", salvo essere assolto in Senato. Lei, però, preferirebbe una soluzione diversa: "Meglio le dimissioni o il 25esimo emendamento". In una lettera dai toni gravi recapitata ieri mattina ai colleghi, Pelosi ha fatto sapere di essersi già mossa in tal senso: "Insieme al leader della minoranza, Chuck Schumer, ho chiesto al vicepresidente di applicare il 25esimo emendamento. Confidiamo che farà il possibile per onorare il suo giuramento alla Costituzione e al popolo americano".
Secondo il New York Times, Mike Pence è però contrario e finora si è guardato bene dal risponderle. Forse è per questo che Pelosi evoca pure il fantasma di Richard Nixon: "Dopo aver taciuto a lungo, 50 anni fa i repubblicani trovarono il coraggio per dire al loro presidente di andarsene". Aggiungendo di aver parlato con il capo dello Stato maggiore congiunto Mark Milley, per chiedere di "impedire a un presidente instabile di avviare ostilità o accedere ai codici di lancio e ordinare attacchi nucleari".
Intanto le voci in favore dell'impeachment aumentano. Perfino il conservatore Wall Street Journal, il quotidiano economico di Rupert Murdoch, fino a poco tempo fa fra i più fedeli alleati di Trump, scrive in un editoriale firmato dalla direzione che i crimini commessi dal presidente "hanno superato la linea rossa. Sono un assalto al processo costituzionale del trasferimento di potere, sicuramente passabili d'incriminazione". Affondando: "Si dimetta subito, risparmiandosi un altro impeachment".
Sì, perché incalzata dai deputati del suo partito – Alexandria Ocasio Cortez in testa – la speaker della Camera potrebbe non avere altra scelta se non quella di procedere con una procedura d'impeachment lampo, da votare in settimana. C'è già almeno un senatore repubblicano, Ben Sasse, del Nebraska, intenzionato ad appoggiarlo. Dalla Casa Bianca arriva subito un "no": "Un'azione del genere dividerebbe ancora di più il Paese", dice un portavoce.
Di sicuro, sia repubblicani e democratici condividono l'invito dell'ex ministro degli Interni, il democratico Jeh Johnson: "Perché non te ne vai a Mar-a-Lago e ci resti?".Original Article
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