Si inizierà con seimila dosi al giorno, da domani, per poi salire a 10 mila e 15 mila nei giorni successivi. È il cronoprogramma della prima fase di vaccinazioni anti Covid in Lombardia. Ad annunciarlo l'assessore al Welfare Giulio Gallera che ha provato a respingere le critiche su una partenza a rilento. "Questi numeri – sottolinea l'assessore – saranno in grado di rispondere al fabbisogno di coprire la popolazione sanitaria delle strutture con l'obiettivo di raggiungere il requisito di "Covid free", rispettando la scadenza fissata per tutte le Regioni, entro la fine del mese di febbraio, con la dose di richiamo da effettuare dopo 21 giorni".
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Finora le dosi arrivate sono 80.595, mentre già domani ne dovrebbero arrivare altre 88.920. E così fino a fine gennaio, a colpi di circa 100 mila a settimana, per coprire il personale medico e residenti nelle Rsa, come previsto dal piano nella prima fase.
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Mentre il nodo vero riguarda la seconda fase: senza i vaccini Moderna e Astrazeneca (di cui si attende ancora l'approvazione) sarà infatti più complessa la programmazione delle vaccinazioni per gli over 80 e i soggetti fragili, in totale circa 3 milioni di persone che sicuramente non potranno ricevere le dosi prima di marzo, mese in cui sarà stata completata, salvo intoppi, la prima fase. La complessità deriva infatti dalla necessità di portare gli anziani e i soggetti deboli negli ospedali, dove è conservato il vaccino Pfizer a meno 70 gradi. Con gli altri prodotti, invece, sarebbe più agevole somministrare le dosi in luoghi "Covid free", coinvolgendo anche i medici di base.
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E le vaccinazioni sono fonte di fiducia nell'ambito scientifico. Come ha detto in un'intervista a Repubblica Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'ospedale Humanitas: "È il segnale che qualcosa sta cambiando. L'inizio della campagna di vaccinazione è il segno, l'avvio di una rinascita collettiva. La rinascita della nostra città".
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