Care lettrici e cari lettori, con piacere consegniamo l’ultima newsletter del 2020 di The dreamers, con la quale abbiamo cercato di condividere il sogno del cinema in un anno e in una realtà che a tratti sono sembrati scenari da incubo. L’anno si chiude con le sale chiuse, l'Azzurro Scipioni in attesa del miracolo della salvezza – ognuno di noi scenderà in campo, per la petizione o con una sottoscrizione – e la consapevolezza che il ritorno del cinema su grande schermo è ancora incerto. Vogliamo sperare che accada entro la fine di gennaio e ci sarebbe un film – Wonder Woman 1984 – imperfetto ma dotato dell’energia e della simpatia necessaria per trasformare il ritorno in una festa.
Sono stati mesi di speranze disattese, di attese e di lotta. Lotta per cercare di tenere vivo il ricordo del cinema, salvaguardarne i luoghi deputati e gli spazi su un giornale e un sito come Repubblica, che nei decenni lo ha sempre abbracciato e sostenuto. Negli scorsi mesi tanti autori e attori ci hanno tenuto compagnia, ribadendo e ricordando che il cinema è soprattutto la casa delle passioni e delle emozioni. Abbiamo deciso di offrirvi un riassunto dell’anno proprio attraverso le loro testimonianze, mese dopo mese.
È stato un anno che ha ridisegnato la fruizione dei film, in un modo che influenza non solo l’industria ma anche la visione singola. C’è chi ha scoperto cinematografie nuove, paesi sconosciuti, versioni originali, chi ha riscoperto grandi classici spariti dalle programmazioni. Il film mantiene il suo specifico anche sulla piattaforma, anche se il linguaggio audiovisivo e le modalità di racconto si evolvono. Il cinema è stato dato per morto tante volte, come ricordava Walt Disney (nel suo editoriale del 1953), eppure è sempre sopravvissuto e lo farà anche stavolta: questa grande invenzione (con un grande futuro) ha compiuto 125 anni (tre giorni fa l'anniversario).
Vi regaliamo un pizzico di festa con il cinema di Capodanno, come lo trascorrerà una delle stelle più che nascenti del nostro cinema, Matilda De Angelis, e il sorriso finale lo affidiamo a Hayao Miyazaki, che ha disegnato quel conflitto tra natura e cultura che è la rappresentazione perfetta dell’oggi. Ma che ha affidato un finale di gioia e speranza ai suoi piccoli eroi, alle sue giovani (e qualche volta meravigliosamente anziane) protagoniste.
Buona lettura, buona visione, buon anno.
Arianna Finos e Chiara Ugolini
Il giovane David e le battaglie del futuro
Abbiamo raccolto il testo di una conversazione con Piera Detassis, presidente e direttore dell'Accademia dei David
È stato un anno di montagne russe. Era partito in modo straordinario. Eravamo in una situazione in cui finalmente si avvertiva un forte ritorno di affezione del pubblico verso il nostro cinema, ottimi risultati al box Office, autori importanti. Avevamo appena vinto due premi al Festival di Berlino, Elio Germano per Volevo Nascondermi e i fratelli D’Innocenzo per Favolacce. Ho fatto in tempo a vedere Volevo nascondermi in quell’unico giorno in cui è stato al cinema, da spettatrice in sala. Dopo di che è calata la cortina di ferro e quindi una serie di film sono usciti sulle piattaforme. È iniziato il gioco delle speranze di riapertura, le deroghe, le disillusioni. L’estate ci ha regalato l’opportunità delle arene, i cinema riaperti, s’è sperato davvero in una stagione di ripresa con l’autunno, grazie anche all’isola felice che è stata la Mostra di Venezia, organizzata in modo eccezionale. E invece la situazione è peggiorata e in molti, specialmente i film prettamente natalizi, hanno scelto la piattaforma perché si è capito che i cinema non avrebbero riaperto per le festività. Alcuni film hanno mantenuto ferma l'idea di uscire in sala, e quindi rimandato, penso al film di Carlo Verdone e a quello di Nanni Moretti slittato di un anno, ma anche agli attesissimi Diabolik e Freaks Out. Per quanto riguarda il David di Donatello anche grazie a Rai 1 e a una piccola ma tostissima squadra, quella dell’Accademia, subito riconvertita al digitale, siamo riusciti ad organizzare l’8 maggio una cerimonia virtuale in prima serata: sembrava impossibile e invece si è trasformata in un momento di solidarietà e calore. Abbiamo avuto bellissime reazioni dal cinema, anche per l’umanità e la commozione dei protagonisti che hanno aperto le loro case, in. quelle stanze si sono affacciate compagne, sorelle, mogli, figli… Un bellissimo momento che non ha parlato solo agli specialisti ma a tutti gli spettatori.
Con i David abbiamo fatto passi ulteriori verso svecchiamento, ringiovanire e integrare la squadra è stato fondamentale per spazzare via un po’ di polvere accumulata. Nell’anno della pandemia è stata poi fondamentale la scelta di spostare al 28 febbraio (dal tradizionale 31 gennaio) l’iscrizione dei film in concorso, accettando per la prima volta anche quelli usciti direttamente in streaming e nelle piattaforme. A sale chiuse non si poteva buttare il lavoro di tanti professionisti escludendoli dal premio. Credo che in tutte le professioni in questo momento ci siano due opzioni, fermarsi e aspettare che passi – e lo ritengo pericoloso – oppure lavorare a testa bassa, capire che c'è un salto tecnologico importante, guardare avanti, avere uno sguardo progettuale al futuro, capire cosa ritroveremo quando i cinema riapriranno, ed essere pronti. Sono molto fiduciosa per il ritorno in sala. Dopo tutti questi mesi in casa attaccati a schermi piccoli e anche più grandi, ma sempre solitari, ci sarà una grande voglia di tornare a incontrarsi e guardare il cinema sul grande schermo. Serve una grande campagna sulla sicurezza delle sale e la consapevolezza che non si potrà tornare “come prima”, perché molte cose sono cambiate dentro e fuori di noi. La sala va re-immaginata come luogo di socialità, aggregazione e inclusione, e certamente per il cinema il futuro sarà misto, o “promiscuo” in senso felice, visto che mi auguro un sistema virtuoso in cui la sala dialoghi con le piattaforme e gli esercenti possano interfacciarsi con i gestori di piattaforme, in una gestione diversa ma concordata delle windows. Anche perché, pur essendo difficile avere i dati, non credo che uscire semplicemente in streaming o in Vod possa ancora compensare economicamente l’uscita-sala, soprattutto quando non si tratta di potenziali blockbuster.
La morte del cinema è stata annunciata molte volte, ma non è mai avvenuta: il cinema è sopravvissuto al l’avvento del sonoro, della tv, del dvd e sopravvivrà allo streaming, adeguandosi. Assisteremo probabilmente a una divaricazione e polarizzazione tra le multisale blockbuster, e i piccoli circuiti d’autore per un pubblico esigente, metropolitano, più anziano ma che, in realtà, si alimenta e rinnova in continuazione perché proprio le piattaforme hanno allargato il panorama a film piccoli di ogni nazionalità, incoraggiando la visione in lingua originale.
Credo anche molto nelle piattaforme verticali, specialistiche, in forte espansione, dedicate a un pubblico attento, una rete capace di creare quella famosa Cineteca di Babele dove ciascuno possa trovare il suo film, il suo autore, la sua ossessione. Ovviamente la formazione dei giovani in tutto questo avrà un ruolo fondamentale e questo il David lo ha capito da tempo. Un cinema che va insegnato non solo come storia o con rassegne di film a contenuto sociale: si deve raccontare ai ragazzi il cinema e il suo meraviglioso passato che è stato anche rivoluzione di linguaggio usando gli strumenti comunicativi che conoscono, integrando la classica masterclass o lezione con l’uso creativo dei social. La lingua del cinema è ancora altra cosa dalla serialità pur bellissima di oggi, la sua unicità mi pare ancora indiscussa.
Infine vale la pena di sottolineare l’importanza dei festival come elemento centrale per il mercato e per far conoscere e incontrare autori, film, business. Da questo punto di vista il 2021 parte in salita, con Berlino solo virtuale e Cannes che si potrebbe spostare a luglio, solo Venezia resta salda nelle sue date di settembre. Nella seconda metà dell’anno, quando speriamo davvero in una situazione di normalità, ci sarà poi da mettere ordine nelle uscite, in una sovrabbondanza di prodotto accumulato nel tempo: il rischio è la sovrapposizione e lo stallo. Sarà una enorme sfida, anzi sono tante le sfide che ci attendono, ma questo periodo storico è l’occasione per un vero cambiamento, lo sforzo che a ogni livello è stato fatto, anche sul fronte tecnologico, può davvero aiutarci a ridisegnare il futuro. È il momento per riflettere e rimettersi davvero in gioco. Oggi vince chi ha una visione.
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Il veglione è al cinema, su piccolo schermo
In questo Capodanno così diverso da ogni altro senza veglioni nè danze sfrenate un'opzione, tra un brindisi su zoom e una cenetta per pochi intimi, è la maratona cinematografica per questo abbiamo selezionato dieci titoli che, distribuiti fra varie piattaforme, ci facciano compagnia per la notte di San Silvestro.
La febbre dell'oro di Charlie Chaplin è sulla nuova piattaforma del Cinema ritrovato, fuori sala (15 film al mese per 15 euro). Il Vagabondo diventa cercatore d'oro nell'Alaska di fine Ottocento. Nella sua baracca gelida attende inutilmente gli ospiti del veglione, addormentandosi sogna l’arrivo delle ragazze per le quali crea la famosa e poetica danza dei panini.
L'appartamento di Billy Wilder (Rakuten – Apple tv – Google tv). Jack Lemon e Shirley McLaine, "Ciccibello" e Miss Kubelik… una storia d'amore che sembra destinata a non avere speranza. Per fortuna che le note struggenti del Valzer delle candele, un party malinconico e quel botto di spumante… portano Fran tra le braccia di Baxter in procinto di trasferirsi. E se per brindare in due si può spacchettare una coppa già incartata per il trasloco, la battuta finale prima dei titoli di coda è (nella versione originale) il massimo dell'antiretorica: "Io la amo alla follia Miss Kubelik". "Stai zitto e dai le carte".
Harry ti presento Sally di Rob Reiner (Nowtv – Sky on demand). Un film culto e una scena culto: in un party di fine anno Billy Crystal si dichiara a Meg Ryan: "Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora ad ordinare un sandwich. Amo la ruga che ti si forma sul naso quando mi guardi come se fossi matto. Mi piace il fatto che dopo aver passato una giornata con te, possa ancora sentire il tuo profumo sui miei golf. E sono felice che tu sia l'ultima persona con la quale voglio parlare prima di addormentarmi la sera. Non è che mi senta solo, e non c'entra il fatto che sia Capodanno. Sono venuto qui stasera perché quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il più presto possibile".
Il diario di Bridget Jones di Sharon Maguire (Rakuten – Apple tv). Sulle note di All by myself, cantata da Celine Dion, Renée Zellweger in pigiama e calzettoni, vino rosso e solitudine controlla la segreteria telefonica che, implacabile, le ricorda: "Non ci sono messaggi". Il giorno dopo però ad un party del primo dell'anno, a base di tacchino freddo e cetriolini sotto aceto, conoscerà l'uomo che indossa il maglione con l'alce. Forse, l'uomo della sua vita. To be continued…
L'amore non va in vacanza di Nancy Meyers (Netflix). Kate Winslet e Cameron Diaz si scambiano le case e le vite tra Los Angeles e il Surrey e trovano quello che cercavano. Il film finisce a Capodanno,fuoco nel caminetto, bicchieri di champagne e balli in salotto che ne dite di brindare con Jude Law e Jack Black?
Fantozzi di Luciano Salce (Amazon Prime Video). Indimenticabile il Capodanno del ragionier Fantozzi. Di quella serata tragica, della pettinatura senza senso della signora Pina, del cappellino di pelo bianco della figlia Mariangela, del bacio mancato alla signorina Silvani si ricorda soprattutto il conto alla rovescia un'ora e mezzo prima per colpa del Maestro Canello "che aveva un altro impegno in un altro veglione e barò bassamente annunciando al microfono: mancano tre minuti a mezzanotte". "All'una e mezza, ora illegale del Maestro Canello, ovvero alla mezzanotte reale, la città salutò, esplodendo, l'anno nuovo".
Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson (Infinity). L'ultima prova d'attore di Daniel Day-Lewis e l'ultimo lungometraggio di Paul Thomas Anderson, capolavoro di eleganza e intensità, ha una notte di Capodanno che ha un peso importante nella storia del sarto inglese Reynolds Woodcock. Ma non si può dire niente di più… in questo giallo dei sentimenti assolutamente sorprendente.
Capodanno a New York di Garry Marshall (Infinity). Dal maestro della commedia romantica americana (basta un titolo: Pretty woman) un film corale "all star" che mette insieme Halle Berry, Jessica Biel, Hilary Swank, Jon Bon Jovi, Sarah Jessica Parker, Robert De Niro, Josh Duhamel, Zac Efron, Héctor Elizondo, Ashton Kutcher, Seth Meyers, Michelle Pfeiffer…
L'ultimo capodanno di Marco Risi (Chili). Dal racconto di Ammaniti Risi tira fuori un racconto amaro e grottesco che ritrae l'umanità senza speranza di un gruppo di condomini nell'ultima notte dell'anno. Un "all star" all'italiana con Monica Bellucci, Alessandro Haber, Francesca D'Aloja, Claudio Santamaria, Marco Giallini, Ricky Memphis, Giorgio Tirabassi…
Risate di gioia di Mario Monicelli (Raiplay). Per i dieci anni dalla morte del maestro della commedia sulla piattaforma gratuita di Raiplay un piccolo capolavoro che vede due grandi star del cinema italiano, unica volta insieme: Totò e Anna Magnani. Lui vive di espedienti e piccole truffe, lei è una comparsa a Cinecittà, si conoscono da anni e si ritrovano la notte di Capodanno, passeranno insieme uno strano San Silvestro che li vedrà anche protagonisti di una scena musicale memorabile Geppina Geppì, brano culto del varietà a cui rendono omaggio.
Il Capodanno di Matilda De Angelis, pigiamone e film per stare bene
Matilda De Angelis in quattro anni, quelli passati dal suo debutto accanto a Stefano Accorsi Veloce come il vento, ha fatto un percorso straordinario. L'attrice venticinquenne ha lavorato con Alessandro Gassmann e girato la fiction sullo Zecchino d'oro, è protagonista accanto a Elio Germano del film Netflix L'isola delle rose e si prepara a debuttare nel suo primo progetto internazionale, la serie Undoing – Le verità non dette accanto a Nicole Kidman e Hugh Grant. Le abbiamo chiesto del suo Capodanno
Solitamente cosa fa?
"Io a Capodanno mi faccio venire gli esaurimenti nervosi perché vorrei tanto stare a casa in pigiama, non voglio l'ansia sociale di andare alle feste e quindi fino all'ultimo resisto. Poi magari quando manca poco finisce che mi infilo un vestito e vado da qualche parte qui a Bologna, accettando l'invito che mi piace di più per stare con i miei amici che durante l'anno vedo poco. Assolutamente non in discoteca perché già prima del Covid19 l'assembramento mi metteva ansia, ma a Bologna ci sono centri sociali e locali che sono più nelle mie corde, che fanno parte della cultura con cui sono cresciuta e dove vado volentieri".
E quest'anno che Capodanno sarà il suo?
"Quest'anno ovviamente starò a casa, dovrebbe venire il mio ragazzo a trovarmi. Sto girando un film a Venezia, ma per Natale sono potuta tornare a casa e me la godo".
Se dovesse scegliere un film per finire e cominciare l'anno
"Mi guarderei una commedia americana dolce, che mi faccia star bene, un film tipo Forrest Gump, sulla vita, sulla speranza. Oppure Edward mani di forbice, oppure uno dei tanti film di Miyazaki".
Cosa si augura per il 2021?
"Che il covid 19 ci abbandoni per sempre, che staremo tutti un pochino meglio".
La top ten dell'anno secondo il critico
Nell'anno più difficile, tra produzioni bloccate e sale chiuse, i titoli interessanti non sono mancati. Il critico Roberto Nepoti stila la sua personale top ten con titoli interessanti, alcuni hanno fatto molto parlare, altri potresti averli persi per strada. Da leggere per sapere se siete d'accordo.
Happy ending: un 2021 disegnato da Miyazaki
Il maestro mondiale del cinema d'animazione compie 80 anni il 5 gennaio. Ci pare il modo migliore di chiudere quest’ultima newsletter di The Dreamers con uno degli artisti che più ci ha fatto sognare. Che ha immaginato mondi onirici e metaforici, che ha raffigurato lo scontro tra natura e cultura (e tecnologia) che di questi tempi ci sembra più attuale che mai. Ma anche per la speranza spesso affidata a giovanissimi protagonisti e il sorriso che ha saputo regalarci.
Tutto su Hayao. La guerra, le donne, la natura, i bambini e l'Apocalisse
Mondomiyazaki – Una vita nell’arte, scritto da Susan Napier e pubblicato da Dynit Manga.
Susan Napier è una docente americana che conosce profondamente la lingua giapponese e anche la cultura. A fine anni Novanta, mentre era in visita allo Studio Ghibli, si imbatté per caso nello stesso Miyazaki, che allora non era ancora considerato un maestro. Quindici anni dopo Susan è riuscita ad avere un lungo incontro con l’autore. Il risultato è un volume di trecento pagine che ripercorre in modo cronologico, avvincente e approfondito la vita e la carriera di Miyazaki, autore per eccellenza e “dimostrazione che gli animatori hanno un controllo maggiore sull’estetica del prodotto rispetto ai registi di live action, l’arte dei capelli di Miyazaki è talmente minuziosa che i capelli svolazzano al vento”, spiega Napier. L’autore giapponese, nato nel Giappone devastato dalla guerra, è sensibile rispetto alla catastrofe tecnologica e ambientale, e una parte di lui vede la fine del mondo come un evento catartico se non purgativo. La presenza femminile lo caratterizza: in un’epoca in cui nel cinema giapponese i personaggi femminili sono relegate al ruolo di aiutanti o fidanzate, lui crea una serie di donne, giovani e anche anziane, memorabili. Anche i bambini hanno un ruolo centrale, come la nostalgia che serve per esplorare temi più cupi, esilio, lutto e trama. Tratto distintivo della sua animazione è l’intreccio tra fantastico e reale, metamorfosi e sogni che creano mondi minuziosamente immaginari. Il viaggio del libro è anche esplorazione della vita e di un’epoca, quella in cui è vissuto un autore che ha assorbito i suoi tempi, riuscendo a sublimarli. Lettura imprescindibile per capire e godere ancora di più della visione dei capolavori animati.
Volere volare, la filosofia del mondo creato dal maestro giapponese
I mondi di Miyazaki, curato da Matteo Boscarol e proposto da Mimesis Edizioni.
Si tratta di un libro che affronta le opere del maestro da un punto di vista più intenso e filosofico. Non una monografia sulla sua carriera o la filmografia, ma invece i temi che nelle sue opere si intrecciano, si sviluppano e si evolvono insieme al pensiero e alle riflessioni dello stesso Miyazaki. Si tratta di una raccolta di interventi di vari autori. Tra i temi analizzati c’è l’elemento del volo, presente in quasi tutte le sue opere, da Porco Rosso al Castello Errante di Howl a Si Alza il Vento dove vengono minuziosamente affrontati gli Zero, aerei da guerra utilizzati realmente durante la Seconda Guerra Mondiale. Altro tema è il pacifismo, che il saggio contestualizza all’interno di un riepilogo storico sulla situazione politica del Giappone, antico e moderno. Poi il rapporto con la scienza e la tecnologia dove fa capolino la ferrea convinzione del maestro che solo nella natura l’uomo può trovare la vera e autentica felicità. C’è poi un approfondimento nel mondo del Bruco Boro, che utilizza per la prima volta il 3D. –e poi i tre corti: Il Ragno d’Acqua Monmon, Il Giorno in cui allevai una stella, In cerca di casa.
Buona settimana e buone visioni
Arianna Finos e Chiara Ugolini
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