Una moneta virtuale creata per guadagnare sul numero dei morti causati dal coronavirus in tutto il mondo. Era tutto on line, su un sito internet che promuoveva alti guadagni investendo nei Covid Token. Ora è stato tutto sequestrato su ordine del gip e richiesta del pubblico ministero Maurizio Arcuri. La polizia giudiziaria la scorsa settimana ha reso inaccessibile il sito.
Il meccanismo proposto era semplice quanto macabro: ogni criptomoneta corrispondeva a una persona, e partendo da una popolazione mondiale di sette miliardi e mezzo di persone, venivano emesse altrettante monete. Il principio alla base di tutto era che più persone morivano in seguito ad infezione da Covid-19, più diminuiva il numero di monete virtuali in circolazione, e di conseguenza più ne aumentava il loro valore.
Sul sito, che aveva il server negli Stati Uniti, si prometteva che una parte dei guadagni, il 20 per cento dell’investimento, sarebbe stato reinvestito per finanziare la Croce rossa per iniziative di contenimento del contagio. Il fascicolo è stato aperto con l’ipotesi di abusivismo finanziario, il reato contestato a chiunque raccoglie denaro esercitando senza una abilitazione, e di truffa. Un’ipotesi, quest’ultima, legata al reinvestimento dei capitali raccolti per i progetti benefici della Croce Rossa. Per il pm, infatti, sarebbe stato solo un modo per bilanciare l’impostazione eticamente criticabile della criptovaluta e per togliere eventuali remore per gli investitori.
Il sito, ora bloccato, si raggiungeva dall’indirizzo internet covidtoken.org. Nessun casella di posta elettronica era indicata o altro recapito visibile. Questa estate un sito pressoché identico, coronatoken.org, era già stato chiuso dagli inquirenti. L’oscuramento, però, è stato aggirato con l’apertura del secondo sito, a cui hanno cambiato solo il nome, ma non la sostanza. L’indagine è partita da una segnalazione della Consob. Nessuna segnalazione, invece, da parte delle vittime che avevano investito i loro beni.Original Article
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