"Non ho nulla da aggiungere su questa signora e sull'episodio. C'è una mia denuncia penale alla Questura di Roma e un'inchiesta della magistratura accerterà fatti e responsabilità. Però una riflessione va fatta: nel cabaret mediatico ci sono soggetti pericolosi e casi umani che trovano ascolto e legittimazione. Personaggi che negano il Covid come Sgarbi o trovano normale come la Martani minacciare di morte un padre e sua figlia piccola perché alla ricerca di un piccolo spazio televisivo. E la colpa è anche di noi politici". Dice di non voler più perdere tempo con la storiaccia in cui si è trovato dal 23 dicembre, Andrea Romano. Il deputato livornese del Pd ha denunciato di essere stato aggredito verbalmente per strada a Roma a pochi passi da casa da Daniela Martani, ex hostess "pasionaria" di Alitalia. poi ex concorrente del Grande Fratello oggi negazionista del Covid. A raccontare l'episodio è stata prima lei su Facebook, sostenendo di aver incontrato Romano e di avergli gridato dietro: "Siete maledetti, state rovinando il paese, vergognatevi". Il deputato ha dato un'altra versione: "Maledetti dovete morire, non vi perdoneremo mai. Dovete morire male" ha detto di essersi sentito gridare, spiegando che sua figlia ne ha ricavato un grandissimo spavento.
Romano come sta ora sua figlia?
"E' stata una cosa molto stressante per Nina, che ha 9 anni ed è la più piccola dei miei quattro figli. Non ho più nulla da dire sul fatto: mi sarei limitato alla denuncia, senza parlarne pubblicamente, se questa signora non avesse rivendicato il suo gesto ignobile con orgoglio. In quasi otto anni da parlamentare mi è capitato solo due o tre volte di essere apostrofato per strada: e tutte le volte ad opera di persone evidentemente disturbate, che non ho preso troppo sul serio. Questa volta era con me mia figlia. Che ha vissuto come un pericolo reale la minaccia di morte che quella signora ci stava rivolgendo ed è scoppiata a piangere in strada e proprio davanti a lei. Ho fatto notare alla signora che se non è consentito minacciare di morte nessuno, è tanto piú inaccettabile minacciare di morte qualcuno mentre cammina con sua figlia piccola; che stava spaventando Nina; che se non avesse interrotto subito le contumelie e le minacce avrei chiamato la polizia. Niente da fare. Ha continuato a urlare, senza fermarsi neanche davanti al pianto spaventato di mia figlia".
Lei racconta di non essere stata poi così aggressiva…
"Non ho nessuna replica da fare a questa signora. Nel caso specifico, si tratta di un personaggio in cerca d'autore che per farsi pubblicità sfrutta qualsiasi occasione e qualunque metodo: compresa l'auspicio di morte contro una bambina di nove anni colpevole solo di essere figlia di parlamentare".
Ma cosa le rimproverava di preciso?
"Il Covid? L'auspicio che i vaccini vengano usati da tutti? Non l'avevo mai incontrata prima, ma mi dicono che sia una no vax convinta e negazionista del Covid. E per questo ho un'altra riflessione da fare, al di là dell'episodio specifico"
Sarebbe?
"Sono fenomeni che abbiamo concorso a creare anche noi politici e giornalisti, protagonisti di un cabaret mediatico che a volte legittima anche casi umani che nel mondo reale non avrebbero alcun ascolto. Se a cena da amici ci trovassimo seduti accanto a un tizio che sostiene che il Covid non è pericoloso, come da mesi ripete in tv un personaggio come Vittorio Sgarbi, o a qualcuno che considera normale minacciare di morte per strada un padre e sua figlia piccola, come ha fatto la Martani alla ricerca di un piccolo spazio televisivo, o a qualcuno che sostiene che i vaccini sono un prodotto diabolico, probabilmente reagiremmo con assoluto sconcerto"
Sta dicendo che è anche colpa vostra un clima così esasperato?
"Nel circuito tra politica e televisione questi personaggi trovano ascolto e legittimazione. E la colpa è anche di noi politici, che in tv abbiamo accettato di dar credito a questi casi umani che vivono solo di esposizione mediatica. In questo senso anche noi dobbiamo fare autocritica. Per questo servirebbe un patto informale tra politica e informazione, una sorta di codice di autoregolamentazione: discutiamo quanto vogliamo, facciamo tutte le polemiche necessarie, ma stabiliamo un confine tra quello che può essere detto e quello che invece supera il limite della ragionevolezza e della civiltà. In fondo è il confine del buon senso, quello che ognuno ha già chiaro dentro di sé ma che a volte si perde nel rumore del circo politico-televisivo".
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