Non poter visitare i propri cari in ospedale, nemmeno nella fase terminale della vita, è una delle ferite più gravi inflitte alle famiglie dall'emergenza Covid, col risultato che tante persone sono morte in totale solitudine, e i loro familiari sono rimasti, impotenti, a tormentarsi. Per mettere fine a una situazione umanamente, ma anche clinicamente intollerabile, e concepire la cura in senso " globale " , vicinanza affettiva compresa, la Regione Toscana, prima in Italia, apre le porte alle visite dei familiari (e non solo) ai propri cari ricoverati. Non a tutti, solo ai pazienti gravi o gravissimi (con priorità assegnata alle prognosi infauste o al fine vita in senso stretto), e ai lungodegenti, e non subito in modo uniforme in tutta la Regione, visto che ogni struttura dovrà mettere in atto le nuove disposizioni in base " alla propria specifica situazione, e a quella dei singoli ricoverati, con attenzione primaria alla salvaguardia della salute di tutti i pazienti". Di sicuro, però, si precisa da Palazzo Strozzi Sacrati, dove ieri la giunta, su proposta degli assessori alla sanità Simone Bezzini e al sociale Serena Spinelli, dopo il via libera della Commissione regionale di bioetica, ha approvato la delibera con le nuove linee guida ( anche per le stanze degli abbracci nelle Rsa), "nel più breve tempo possibile".
"Ciao nonni, il mondo fuori vi pensa…" lettere e auguri: fermoposta una Rsa
Con accanimento, il Covid li ha portati via l’uno dopo l’altro, ma mica c’è riuscito dappertutto. I 40 anziani, soprattutto anziane, della residenza sanitaria assistita Le Lame di Agliana, di cui un paio di centenarie, una vera istituzione per la piccola città della provincia di Prato, hanno tenuto il virus fuori dalla porta, e si preparano, oggi, a festeggiare un vero Natale. Riempito di senso, grazie alle decine e decine di persone, bambini e ragazzi, intere classi di scuola, parenti di ex ospiti della Rsa, cittadini qualunque, che, presa carta e penna, cartoncino colorato, glitter e decorazioni natalizie, hanno recapitato agli anziani più di un centinaio di biglietti di auguri (ad oggi, ma continuano ad arrivarne), con disegni, pensieri, poesie. Leggi l'articolo
D'ora in poi, dunque, gli ospedali, le case di cura e le Rsa toscani, potranno attrezzarsi (potevano farlo, sotto la loro responsabilità, anche prima, ma di fatto, a parte l'ospedale di Cisanello, a Pisa, nessuno si era mosso) per consentire le visite 'speciali' secondo i nuovi protocolli. In ogni struttura un operatore sarà incaricato di accogliere e di seguire i visitatori (familiari, ma anche, sentito, laddove possibile, anche il paziente o l'anziano, altre figure fiduciarie, psicologi, assistenti spirituali), per assicurarsi che rispettino le regole, indossando tutti i dispositivi di protezione, mantenendo il distanziamento fisico e limitando i contatti diretti con superfici e suppellettili, nonché con il paziente stesso. Di norma le visite non potranno superare la durata di 15 minuti e i visitatori, al primo accesso, dovranno sottoscrivere un modulo che elenca le procedure per l'accesso al reparto, l'igienizzazione, la vestizione e la svestizione. I cittadini, con "buonsenso e collaborazione" , si rivolgano "con fiducia e pazienza al responsabile della struttura o al medico del reparto", l'appello dell'assessore Bezzini.
Prato, "Ciao nonni, il mondo fuori vi pensa…": lettere e auguri, fermoposta Rsa
di
Maria Cristina Carratù
La delibera predispone inoltre corsi di formazione per il personale sanitario e per i volontari delle associazioni, fra cui "Tutto è Vita" onlus, che ha fatto parte del tavolo di lavoro, coinvolti a supporto delle strutture. " Sono felice di poter dare una risposta positiva alle giuste richieste di molti pazienti e dei loro familiari " , il commento del governatore Eugenio Giani, " unendo la necessità di garantire comunicazioni, vicinanza, relazioni, assistenza, e di evitare il diffondersi del virus in ambienti tanto delicati. Il distanziamento fisico non può significare anche distanziamento affettivo". E un plauso alla Toscana arriva dal presidente della Pontificia commissione per la vita, monsignor Vincenzo Paglia: " Eccellente iniziativa, è questione di civiltà e umanità, non si muore solo di Covid ma anche di solitudine e abbandono".Original Article
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