I voli dal Regno Unito sono bloccati, dopo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza per evitare la diffusione della nuova variante del Covid. E l’incertezza per i pugliesi che devono tornare nella regione è massima. Tra loro c’è anche Laura De Giosa, 23enne residente a Palo del Colle, in provincia di Bari: vive a Londra da più di due anni ("Faccio babysitting vivendo in una famiglia e ho continuato gli studi in Psicologia all’università Metropolitan"), e aveva già acquistato i biglietti aerei per passare il Natale in Puglia, in famiglia. Oltre alla generale mancanza di informazioni per i rimpatri, ha avuto un problema con la compagnia aerea: Ryanair non le ha ancora annullato il volo, previsto per il 24 dicembre. E per spostarlo, dovrebbe pagare un supplemento.
Come ha appreso la notizia dell’ordinanza del ministro Speranza?
“Sui social, e anche i miei parenti e amici italiani mi hanno contattato per avvisarmi. Me lo aspettavo, e per questo non contesto l’ordinanza, anzi sono d’accordo: non sono nessuno per andare contro le leggi, e da quando è scoppiata la pandemia non sono mai tornata a casa, per salvaguardare la mia famiglia. Ho seguito sempre tutte le regole, cosa che molti non hanno fatto. La mia polemica è causata dalla poca chiarezza da parte di Ryanair”.
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Era già pronta a fare le valigie?
“Sì, ho acquistato i biglietti a metà novembre e sarei dovuta tornare in Italia dal 24 dicembre al 9 gennaio. Sono in quarantena volontaria da due settimane prima della partenza, in modo da ridurre i rischi, anche se nessuno mi aveva detto di farla – e già questo mi sembra molto ridicolo – e ho fatto il tampone, risultato negativo, per stare sicura. E inoltre, una volta tornata in Italia, avrei fatto la quarantena anche lì”.
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Come mai aveva deciso di tornare, questa volta?
“Volevo passare del tempo con la mia famiglia e avevo in programma alcune visite mediche. Ho le ferie in questo periodo”.
Come si è comportata dopo aver saputo dell’ordinanza?
“Quando ho appreso la notizia, non ho fatto polemiche: ho scritto a Ryanair per chiedere cosa ne sarebbe stato del mio volo. Li ho contattati tramite e-mail, sito ufficiale, pagina Facebook, ho provato a chiamarli. Sia il 20 che il 21 dicembre, tramite la loro pagina Facebook, mi hanno detto che se il volo era ancora presente sul sito vuol dire che ci sarebbe stato, e di controllare il sito del mio Paese”.
Chi altro ha contattato?
“Ieri l’ambasciata italiana a Londra ha condiviso un post nel quale dicevano che tutti i voli da Londra erano banditi. Un sacco di gente è andata comunque in aeroporto, ha superato i controlli e poco prima la compagnia ha detto che il volo era stato cancellato. Voglio capire perché, se il Governo sta dando notizie sicure, Ryanair continua a far prenotare voli. La gente va in aeroporto, rischiando, perché viene a contatto con altre persone, spende soldi. Se cancellassero i voli, la gente starebbe in pace”.
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Cenzio Di Zanni
E lei ora cosa farà?
“Non lo so, perché se volessi spostare il volo, non mi darebbero i soldi indietro, perché non lo hanno annullato loro, e dovrei pagare 45 sterline. Potrei farlo, ma non so in quale data spostarlo, perché magari anche a fine gennaio non potrò venire e dovrò spendere altri soldi per spostarlo nuovamente. In questo periodo critico dovrebbero annullare i voli”.
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Lei ha la residenza in Italia?
“Sì, quindi il mio sarebbe un rimpatrio. Ma sul sito dell’ambasciata scrivono che non ci sono ancora disposizioni sui rimpatri”.
Se ci dovesse essere l’opportunità, lo chiederebbe?
“Non lo so, io posso aspettare anche se avrei dovuto fare delle visite mediche, ma non è un problema. Ci potrebbero essere persone che hanno più bisogno di me di rientrare”.
Ci sono anche altri italiani nella sua condizione?
“Tantissimi, anche una ragazza che conosco indirettamente: ieri è arrivata in aeroporto, ha fatto i controlli, è salita sull’aereo e le hanno annullato il volo”.
Vuole fare un appello?
“Sì, di poter sistemare questa situazione al più presto, perché non è giusto che la gente abbia ancora la speranza di rientrare e che continui a spendere soldi per causa di forza maggiore”.
La nuova variante sta destando preoccupazione tra i cittadini nel Regno Unito?
“Non c’è apprensione. Qua la gente continua a vivere normalmente, non si porta obbligatoriamente la mascherina – mentre gli italiani la usano – e per strada c’è tantissima gente senza. La sera in cui ci hanno messo in lockdown, l’ultima di 'libertà', le persone erano tutte a Piccadilly, per strada, nei pub a bere, c’è stato un delirio”.
Prima la Brexit, ora la pandemia. Che clima respirate voi italiani nel Regno Unito, ora?
“C’è un po’ di ansia. Con la Brexit, avevano già annunciato che chi tornava in Inghilterra avrebbe potuto incontrare difficoltà, la gente era spaventata. Ora con questa pandemia, la dose di paura è triplicata”.
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