ROMA – Al campionato più avvincente ed equilibrato degli ultimi anni manca la sua componente più emozionale: il tifo. La riapertura parziale a inizio stagione aveva fatto sperare a un aumento graduale dei tifosi allo stadio, poi il nuovo aumento dei contagi per covid ha costretto il Governo a fare un passo indietro. Ora, però, la speranza del mondo del pallone è quella di tornare lentamente alla normalità. Ed è anche la speranza di Gabriele Gravina, presidente della Figc: "Speriamo che dopo il 6-7 gennaio – le sue parole ai microfoni di "Radio Anch'io Sport" su RadioUno -, quando si dovrebbe procedere all'apertura di alcune infrastrutture turistiche, probabilmente anche il calcio potrà ritrovare i tifosi. È un augurio, un auspicio".
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Tifosi e ammodernamento degli impianti
"È un campionato avvincente – ha proseguito -, che sta tracciando qualche sorpresa ma privo dell'elemento fondamentale, quel consumatore appassionato del prodotto che è il tifoso. Si sente, si vede, è uno spettacolo monco. Per quanto ancora lo sarà, non lo so, dipende dall'evoluzione della pandemia". E l'argomento stadio-tifo coinvolge anche un altro importante passo per il futuro del calcio italiano: l'ammodernamento degli impianti per essere vissuti maggiormente proprio dai tifosi. "È fondamentale puntare a un calcio moderno che si possa confrontare a livello internazionale, insieme con lo sviluppo dei settori giovanili. Dobbiamo lavorare su questo e facilitare le forme di investimento – ha affermato il n.1 federale -. Non riusciamo a comprendere come mai a fronte di investitori che vogliono mettere delle risorse in un territorio, ci sia ancora un blocco legato a delle norme che lo impediscono".
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Riforme campionati
Gravina parla poi della riforma dei campionati. "C'è da rivedere il format, porre in essere questa riforma per una maggiore sostenibilità. È una riforma trasversale che coinvolge il mondo del calcio e con la quale, per esempio, la Lega Pro avrebbe maggiori risorse e condizioni migliori per dare il proprio contributo alla formazione dei giovani professionisti", aggiunge riferendosi alle difficoltà economiche che stanno incontrando le società di serie C a causa della pandemia. Il numero uno della Federcalcio proseguirà la sua battaglia anche nel prossimo mandato: "Raccogliere firme è un atto concreto e sentirsi già designato alla carica di presidente federale per il quadriennio 2021-24 da tre Leghe a poche ore dalla convocazione dell'assemblea è un record importante".
Le iniziative della Federazione
Gravina ha poi parlato di due iniziative: "Ripristineremo la borsa di studio intitolata a Bearzot. Io sono stato privilegiato, ho avuto la fortuna di viverlo in diretta quando era presidente del settore tecnico e io vicepresidente. È stata una fortuna averlo avuto come maestro. Dovremmo avere la capacità di tutelare le icone del nostro calcio". E tra queste icone c'è anche Paolo Rossi. "Per quel che riguarda le nostre competenze stiamo già lavorando per dedicare a Paolo tutta una serie di attività per ricordare cosa ha rappresentato per il calcio italiano e dedicare il titolo di capocannoniere a lui, ma quello dipende dalla Lega di Serie A". Difficile però che l'Olimpico cambi nome: "Lo stadio appartiene a Sport e Salute che è al 100% del ministero dell'Economia".
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"Mancini e nazionale hanno riportato entusiasmo"
Chiusura sulla nazionale di Roberto Mancini: "Roberto Mancini sta raccontando una nuova storia, che sta appassionando. Dobbiamo essere grati a lui e a tutti coloro che stanno dando un contributo ma, al di là del risultato sportivo, è bello vedere l'entusiasmo che genera la nazionale – ammette Gravina -. Per il rinnovo del contratto non c'è una deadline. Abbiamo due anni di tempo e sono convinto che presto troveremo le condizioni per il prolungamento". Tra coppe e nazionale i club lamentano un calendario molto fitto. "Il problema della compressione dei calendari del calcio è importantissimo, ci stiamo confrontando moltissimo con la Uefa: dobbiamo mettere giù tutti gli elementi per scongiurare la compressione dei calendari, che crea tensioni e va a diminuire il valore della competizione nei campionati nazionali o addirittura a comprometterlo".
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