BERLINO –L'uscita a sorpresa della traduzione di un libro americano negazionista dell'Olocausto fa scandalo nella civile e colta Islanda, proprio a pochi giorni da Natale mentre è in corso, come ogni anno, la tradizionale Jólabókaflodid, la settimana dell'acquisto di libri da leggere e soprattutto da regalare: in nessun altro Paese al mondo si comprano o regalano tanti libri, specie a Natale, come in Islanda, e quest'anno vendite e prenotazioni per la Jólabókaflodid risultano aumentate del 57 per cento rispetto al 2019.
L'uscita del testo fa scandalo e suscita proteste a livello mondiale, e per la prima volta la società islandese si interroga su possibili limiti alla libertà di espressione e pubblicazione. Il traduttore, è un finora sconosciuto Björn Jónsson, proprietario di una ditta di trasporti in autobus presso la capitale Reykjavík.
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di VIOLA STEFANELLO
Il testo originale si intitolava in inglese The hoax of the twentieth century-the case against the presumed extermination of european jewry (La falsità del ventesimo secolo – l'argomento contro il presunto sterminio degli ebrei in Europa). Era uscito nel lontano 1976, scritto dal negazionista americano Arthur R.Butz. Jónsson è riuscito non solo a pubblicarlo ma anche a pubblicizzarlo nel Bókatídindi, il popolarissimo catalogo letterario che ogni anno prima di Natale viene distribuito in tutte le case dei circa 350mila abitanti dell'isola.
Nella traduzione islandese il titolo del libro negazionista è Tröllasaga tuttugustu aldarinnar, cioè una saga di trolls del 20mo secolo. E ha scatenato proteste da tutto il mondo (il libro di Butz è proibito in Germania e molti altri Paesi) in una nazione tanto innamorata dei libri che persino la stessa premier, la leader dei Verdi Katrín Jakobsdóttir, si è laureata in letteratura criminale e ha scritto un libro giallo.
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In Islanda, il vivacissimo dibattito letterario –nessun altro Paese ha altrettanti scrittori per abitante, inclusi giallisti di fama mondiale come Yrsa Sigúrdárdóttiro Gerdur Kristny e romanzieri tradotti ovunque come Einar Kárason –verte di solito sulla letteratura contemporanea, sull'origine delle saghe ereditate dai vichinghi, o sull'eredità culturale lasciata dal premio Nobel Halldór Laxness, il cui libro forse piú famoso, La campana d'Islanda, narra della vita sotto il durissimo colonialismo danese.
Di negazionismo o antisemitismo finora non si era mai parlato. "Leggetevi il libro o cercate su internet e fatevi un'idea della verità", ha detto Jónsson. Non è ancora chiaro se affronterà conseguenze legali per la sua iniziativa
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