Il problema è semplice: meno entrate, più costi. Nell’anno dell’emergenza coronavirus, gli ospedali bolognesi ( e non solo) hanno i conti in rosso: i bilanci di previsione di Sant’Orsola, Ausl e Rizzoli stimano nel 2020 perdite per 127 milioni di euro.
A livello regionale, questo buco sfora i 400 milioni. Gli esperti dei numeri di viale Aldo Moro corrono ai ripari: da un lato attingendo al salvadanaio della Regione, mettendo mano, insomma, alle riserve accantonate negli anni; dall’altro – questa la partita più importante – sperando che una buona parte delle spese sostenute per la lotta al Covid rientri sotto forma di rimborsi dallo Stato e dall’Europa. «La rendicontazione è stata fatta, riteniamo di essere a posto. Non falliremo di certo, ma ci vogliono nervi saldi» , dice chi segue in prima persona questa delicata partita.
Al Sant’Orsola il 2020 regala una perdita di 87 milioni di euro. Un anno «particolarmente critico», passato a fronteggiare l’epidemia. La voce che salta più all’occhio è quella dei «ricavi per prestazioni sanitarie»: 68 milioni in fumo rispetto al 2019. Pesa soprattutto la mobilità sanitaria, cioè le migliaia di persone che venivano a curarsi al policlinico da tutta Italia e che quest’anno non sono arrivate per la sospensione delle attività. Ma pesano anche i 48 milioni in più di costi. La metà per mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, tamponi, esami sierologici, farmaci per il trattamento del coronavirus nei pazienti.
Sei milioni e mezzo sono serviti alla “esternalizzazione” di 164 posti letto nelle strutture sanitarie private, una cifra simile è stata spesa per pulizie e smaltimento rifiuti. Quasi 25 milioni, ancora, sono stati spesi per «la copertura della dotazione organica » , cioè assunzioni per emergenza Covid. Allo stesso tempo, però, il policlinico ha fatto domanda di rimborso spese per 35 milioni di euro nell’ambito dei progetti di finanziamento europei. Sarebbe ossigeno.
L’Ausl di Bologna prevede una perdita di 35 milioni di euro. I costi di produzione sono aumentati di 25 milioni, i proventi straordinari si sono ridotti di 14, i ricavi per prestazioni sanitarie e socio sanitarie sono crollate di 23: anche in questo caso pesano i milioni di euro in meno della mobilità fra regioni e quasi dieci milioni in meno di ticket, per via dell’interruzione «di prestazione specialistica a causa dell’emergenza Covid».
I costi, dicevamo, sono lievitati. Anche in questo caso, si tratta di materiale per i tamponi, per i dispositivi di sicurezza, per le pulizie e le sanificazioni. Infine, un incremento di 12 milioni per il costo del personale dipendente dovuto alle assunzioni. Quanto al Rizzoli, chiude con una perdita di 4,5 milioni. La musica non cambia: l’Istituto ortopedico sconta «una sensibile riduzione dei ricavi dovuta alla sospensione delle attività di ricovero e ambulatoriali programmate» e costi in aumento.
Lo scorso 14 dicembre la Regione ha approvato una delibera per mettere più soldi sul piatto e affrontare le «pesanti ricadute sui bilanci aziendali» . Tra le decisioni, quella di «mettere a disposizione per l’esercizio 2020 risorse accantonate per circa 110 milioni di euro, dando atto che gli accantonamenti sono stati resi possibili valorizzando risparmi di sistema che hanno garantito la sostenibilità del sistema regionale» . Stiamo usando il salvadanaio. Nell’attesa dei fondi sperati.Original Article
Commenti recenti