Un emendamento che consente ai medici odontoiatri di estendere il loro raggio di azione facendo anche “punturine”, filler di acido ialuronico o botulino, per ritoccare labbra, naso, zigomi. Lo ha presentato Italia Viva, è tra quelli accantonati della legge di Bilancio, dunque ha buone speranze di entrare in manovra. E non è soltanto bizzarro per tempismo (“durante una pandemia si può pensare al lifting”? si sono chiesti in molti in queste ore). Ma ha anche un’altra particolarità: si presta all’accusa di essere stato ritagliato su una delle attività professionali del fidanzato di Maria Elena Boschi, tanto che poco fa il primo firmatario, Luciano Nobili, ha annunciato di volerlo ritirare per evitare strumentalizzazioni.
Giulio Berruti, attore 36enne, è infatti anche odontoiatra. Lo ha raccontato lui stesso in più interviste: “Per chi non lo sapesse, mentre lavoravo come attore per pagare le mie spese, ho studiato come dentista per 11 anni e ho preso una specializzazione in ‘estetica del sorriso e ortodonzia’”, rivelava nei mesi scorsi. Continuando: “Lavoro ancora come dentista tra i vari film per rimanere aggiornato e consapevole di come le tecniche si stanno evolvendo. Queste sono immagini del mio lavoro su alcuni dei miei pazienti”
Consultando le sue pagine Instagram ci si rende conto però che Berruti non cura soltanto sorrisi: ci sono labbra, zigomi, foto di alcuni nasi sistemati, facendo vedere il prima e il dopo. In un post in particolare, Berruti si mostra nel ruolo di medico, con un camice blu da chirurgo, scrivendo: “A volte anche persona seria” e rimandando alla pagina @dr.lipbeauty, legata a un centro specializzato in labbra ritoccate di tutte le forme e dimensioni. Sul sito si legge: “Benvenuti in dr. Lipbeauty, la casa delle Labbra e del Sorriso. La nostra visione è incantare il mondo con la loro bellezza…”.
Nei salotti dei Parioli, il nome di Berruti è notissimo. Si parla di lui come di una promessa della chirurgia estetica romana. Il problema è che l’attore non è chirurgo estetico. Negli albi dei medici del Lazio risultano a suo nome un percorso molto chiaro: laurea nel 2010 in odontoiatria, specializzazione a ottobre del 2015 in Ortognatodonzia (ramo che si occupa della correzione, sul piano estetico e funzionale, delle malformazioni dei mascellari e delle anomalie di posizione dei denti, soprattutto tra i bambini). E nessuna in chirurgia estetica né in medicina estetica.
Ma Giulio Berruti va in giro a mostrare sul telefonino le foto dei ritocchi fatti. E dice di lavorare in tre diversi studi a Roma. Uno a via di Vigna Stelluti.
Lì in realtà c’è la sede dello studio medico oculistico del padre, Giuseppe Berruti. Chiamiamo, chiediamo se è possibile fare un intervento alle labbra, il professore ci risponde: “La richiamerà tra stasera e domattina mio figlio Giulio”. E così, il giorno dopo, ci contatta un’assistente per fissare un appuntamento.
Quello dei medici estetici che non lo sono è una battaglia che da sempre combatte la Società italiana di chirurgia plastica contro “il diffusissimo abusivismo della nostra professione” denunciava appena il due novembre il presidente, il professor Francesco D’Andrea, in una lettera inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza.
Un abusivismo che l’emendamento 85039 inserito all’articolo 85 bis, che ha come primo firmatario Luciano Nobili, deputato di Italia Viva molto vicino a Maria Elena Boschi, sanerebbe. Permettendo anche ai dentisti come Berruti di lavorare sul piccolo lifting. “Le attività di medicina estetica non invasiva o mini invasiva – si legge nell’emendamento – al terzo superiore (ndr, fronte, occhi e palpebre), terzo medio (guance e zigomi) e terzo inferiore (mento, mandibola e parte inferiore delle guance) del viso è svolta anche dai medici odontoiatri”.
L’emendamento continua: “A tal fine in via sperimentale è istituito apposito Fondo presso il Ministero della salute con dotazione pari a 3 milioni di euro per anno 2021 per organizzare corsi di aggiornamento in materia di trattamenti di medicina estetica di cui al primo periodo. Con decreto del Ministro della salute da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge sono definiti i criteri e le modalità di utilizzo del Fondo di cui al periodo precedente”. E al secondo comma: “Agli oneri derivanti dal presente articolo, pari a 3 milioni di euro per l'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 209 della presente legge”.
Quindi, oltre alla possibilità data agli odontoiatri di ampliare il proprio business, si incentiva anche quello – già florido – dei corsi di formazione per medici estetici.
“Non sapevo assolutamente che Berruti fosse odontoiatra. Per me è un attore”, dice Luciano Nobili alla domanda sul perché di questo emendamento. “Figuratevi se parlo di questo con lui! Abbiamo presentato centinaia di emendamenti che ci sono stati richiesti dalle categorie, mi sono occupato di aeroporti, di infrastrutture, di Roma”. Ma anche di odontoiatri: “Ci hanno segnalato due problemi, siccome questa roba è molto richiesta in questi anni stanno facendo questi interventi le persone più disparate, tatuatori, estetisti, in contesti di nessuna sicurezza. Volevamo affermare come primo principio che debbano farlo i medici”. E poi: “C’è una disparità tra odontoiatri del vecchio ordinamento fino agli anni 87-88 e odontoiatri del nuovo ordinamento, i primi possono fare più cose dei secondi e non è giusto”. Giulio Berruti si è laureato nel 2010.
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