ROMA – La Consulta ha il suo 44esimo presidente. È Giancarlo Coraggio, 80 anni, ex presidente del Consiglio di Stato, alla Corte dal 28 gennaio 2013, quando è stato votato a sua volta dai giudici amministrativi proprio quando era al vertice di quella istituzione. Nella sua vita professionale ha svolto molti ruoli nella magistratura, anche quelli di toga ordinaria, tributaria, sportiva, all’insegna di una curiosità verso il mondo del diritto che non è certo usuale.
A dare l’annuncio della nomina è stato il segretario generale della Consulta Carlo Visconti. Che ha parlato di una votazione avvenuta all’unanimità. Appena eletto Coraggio, di fronte al consesso dei suoi colleghi, ha indicato come suo vicepresidente l’ex leader socialista Giuliano Amato.
Coraggio ha di fronte a sé una presidenza lunga, 13 mesi, fino al gennaio del 2023. Amato invece resterà giudice costituzionale fino a settembre dello stesso anno.
Coraggio riceve il testimone dal presidente uscente Mario Rosario Morelli, eletto lo scorso settembre, quindi in carica da tre mesi, nei quali ha proseguito lo sforzo di chi l’aveva preceduto – la prima presidente donna della Consulta Marta Cartabia – di proseguire con costanza il lavoro della Corte nonostante l’emergenza del Covid. Numerose le udienze da remoto che hanno consentito alla Corte di non accumulare arretrato con il pieno consenso degli avvocati.
Alla votazione per Coraggio ha partecipato anche l’ultima giudice giunta alla Consulta, Maria Rosaria San Giorgio, appena eletta dalla Cassazione, che ha giurato giovedì pomeriggio davanti al presidente Mattarella e alla presenza del premier Conte. È la prima volta che la Suprema corte sceglie una donna, anche con una votazione significativa (183 voti). A questo punto la presenza femminile alla Consulta conta ben quattro donne su 15 giudici. Un segnale molto significativo rispetto a una istituzione che per anni è stata composta di soli uomini e dove la prima donna, Fernanda Contri, è entrata negli anni Novanta: la Corte nata nel 1956.
Commenti recenti