Sono in navigazione verso Mazara del Vallo i due pescherecci "Medinea" e "Antartide" con 18 uomini di equipaggio liberati ieri dal governo del generale Haftar dopo la missione lampo in Libia del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio. Le imbarcazioni hanno lasciato il porto di Bengasi solo in nottata, un ritardo dovuto alla necessità di ricaricare le batterie dei motori rimaste ferme per 108 giorni dopo il sequestro avvenuto il primo settembre scorso.
Per compiere la traversata nel Canale di Sicilia i due motopesca, che viaggiano alla velocità dieci nodi all'ora, dovrebbero impiegare all'incirca 48 ore. L'arrivo a Mazara del Vallo, dove ieri familiari e amici dei pescatori hanno festeggiato la liberazione, è previsto per domenica.
Liberi i pescatori di Mazara prigionieri in Libia: "Torneranno con le loro barche"
di
Alan David Scifo
"Abbiamo cambiato quattro prigioni. Ce la siamo vista brutta. Abbiamo avuto paura". Sono le prime parole di Pietro Marrone, comandante del peschereccio Medinea in viaggio per Mazara del Vallo. A parlare con Marrone, da un peschereccio ormeggiato al porto di Mazara, è l'armatore Marco Marrone. Sono 440 miglia di distanza. "In questi 108 giorni le condizioni di vita erano sempre più difficili. L'ultimo carcere dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento".
Commenti recenti