Torna la partita delle partite, quella dei diritti tv. La Lega di serie A adesso mette in cassa un miliardo e 400 milioni all'anno (quando le tv pagano…) che riguarda però tutto, dai diritti domestici a quelli esteri, sino alla Coppa Italia e la Supercoppa. Quanto riuscirà a prendere dal prossimo contratto, dal 2021 al 2024? Tra poco inizieranno le trattative: domani, venerdì, assemblea di Lega. Da definire il bando d'asta per i diritti domestici del campionato di serie A (ora vale 973 milioni all'anno). Quello per i diritti esteri è già in corso, Dal Pino e De Siervo hanno preferito non fissare una cifra: quanto riusciranno ad incassare (e da chi) si saprà solo il 16 gennaio quando scadrà il bando. Per quanto riguarda i diritti domestici invece non solo verrà fissata una cifra, un minimo garantito, ma verrà anche studiata una ampia gamma di pacchetti per venire incontro a chi farà le offerte. Si sa che Sky non potrà avere in esclusiva i diritti per la piattaforma digitale. Si sa che Amazon, dopo aver acquistato un pacchetto delle prossima Champions League, è intenzionata a sbarcare anche in campionato: e questo è un aspetto positivo che amplia il mercato. Anche Tim sta valutando se partecipare al pacchetto digitale. Si sa che Sky, visti i tempi, non ha alcuna intenzione di spendere oltre 700 milioni a stagione, come adesso: ha chiesto uno sconto (100-120 milioni) ai club, risposta negativa. Se domani la Lega approverà il bando, ed è probabile che succeda, questo sarà pubblicato soltanto agli inizi dell'anno nuovo: primo perché il 22 dicembre il tribunale d'appello di Milano decide in merito ai 130 milioni che Sky non ha ancora versato (ultima rata della passata stagione), secondo perché in Lega ritengono che sia meglio aspettare gennaio, passate le feste, prima di ri-aprire questa partita decisiva per le sorti del Circo del pallone. Il bando scadrebbe a fine gennaio: è pensabile che non ci saranno offerte soddisfacenti alla sua scadenza, la Lega quindi inizierebbe le trattative private che potrebbero durare parecchio tempo, forse mesi.
Dal Pino e De Siervo sono ottimisti che ampliando il frazionamento dell'offerta, sia per pacchetti, sia per piattaforme, si possa raggiungere una platea di players ancora più ampia. Portare a casa un miliardo e mezzo complessivo, di questi tempi, sarebbe un grande risultato. La serie A (come tutto il caclio italiano, anzi tutto lo sport) è in ginocchio. La Figc di Gabriele Gravina ha fatto la sua parte con serietà e costanza. Chieste al governo una serie di misure di aiuti all'esame proprio in questi giorni nella Legge Finanziaria. Gravina ha chiesto quindi di posticipare i pagamenti di tasse e contributi con una rateizzazione di 24 mesi a partire da maggio 2021: possibile che la scadenza del primo pagamento sia concessa ma solo sino al 30 maggio, in pratica 145 milioni risparmiati dai club (attenzione: lo Stato non li perderebbe quei soldi, li avrebbe solo più avanti del previsto). Chieste inoltre facilitazioni nell'accesso ai finanziamenti e le sospensioni sino al giugno 2022 del divieto di partnership commerciali legate al betting sancite da Decreto Dignità (fu voluto da Di Maio e dai 5 Stelle, poco probabile che possano cambiare idea adesso).
Comunque, una piccola boccata d'ossigeno potrebbe arrivare per i nostri club proprio dallo slittamento dei pagamenti delle tasse, visto che in molti faticano a pagare gli stipendi con regolarità: la Figc è abbastanza fiduciosa ma aspetta la scadenza dell'iter parlamentare previsto per fine anno prima di esprimere un giudizio. Anche se, in tutta onestà, non si vede ancora un percorso virtuoso da parte del mondo del calcio, vale a dire tagli al costo del lavoro che ha raggiunto cifre non più sopportabili e riforma dei campionati professionistici. Andrà fatto, tutto questo, senza più perdere tempo dopo le elezioni della Figc del 22 febbraio.
Malagò: "Terrorizzati dalla tempistica della riforma sul lavoro sportivo"
Oltre alla questione dei fondi per la tutela del lavoro sportivo introdotta dalla riforma dello sport, "siamo terrorizzati dalla tempistica. Secondo alcune stime i soggetti che a vario titolo professionale sono coinvolti vanno da 360mila fino a 536mila persone. Il rischio molto serio e temuto oggi dalle Federazioni è che per dover corrispondere questi sacrosanti aspetti contributivi, il datore di lavoro poi non esista più. Infatti ciò che spaventa della Riforma è il timing, con l'inizio fissato al 21 settembre del 2021: con la stagione sportiva in corso condizionata dalla pandemia, il rischio è che all'inizio della prossima si debba riaprire con dinamiche di costi supplementari. In quel caso potremmo dire che l'operazione chirurgica è riuscita ma il paziente è morto". Questo il pensiero del presidente del Coni, Giovanni Malagò, in audizione davanti alle Commissioni riunite Istruzione e Lavoro del Senato. Spadafora ha assicurato un contributo di 100 milioni, ma per Malagò servirebbe un miliardo e 800 milioni. "Lo sport è alla stremo, le società non ce la fanno più".
Oltre 600.000 spettatori per Novantesimo Minuto
Un bel risultato, in termini di ascolti, registrato ieri da Novantesimo Minuto. Lo storico programma Rai, condotto da Paola Ferrari in studio con Enrico Varriale, ha registrato su Rai 2 un grande seguito da parte dei tifosi a casa, infatti la trasmissione è stata seguita da 628.000 telespettatori che equivalgono al 5.7% di share. Il dato dello storico programma, trasmesso sul secondo canale nazionale, determina che Novantesimo Minuto è stata la trasmissione sportiva più seguita ieri durante la seconda serata.
Commenti recenti