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L’ex ministra Lamorgese spiega perché i militari furono fatti rientrare da Nembro e Alzano

AGI – Sentita come testimone il 12 giugno 2020 dagli inquirenti di Bergamo anche sull'invio dei militari a Nembro e Alzano, l'ex ministro degli Interni Luciana Lamorgese spiega che diede delle "disposizioni orali" alle forze di polizia per effettuare una ricognizione nella zona violentemente aggredita dal virus.

"Ricordo che il 5 marzo si parlò della situazione epidemiologica di Alzano e Nembro a margine del Consiglio dei Ministri – questa la sua risposta alla domanda su chi dispose l'invio di mezzi e uomini delle forze di polizia (…) -. Avevamo preparato tutto un contingente che doveva partire (per un totale di 450 unità); il coordinamento richiese 24-30 ore tanto che le tv fecero polemica sulla mancanza di personale che garantisse l'attuazione delle misure disposte. Quando dunque si parlò della situazione di Nembro e Alzano con il ministro Speranza e mi pare anche col Presidente Conte si cominciò a pensare di istituire la zona rossa. Chiamai dunque anche il capo della Polizia per rappresentare questa eventualità affinché si evitassero i ritardi che avevano connotato il caso di Lodi. Il capo della Polizia programmò dunque un sopralluogo organizzativo per rendersi conto di come fosse la situazione e del numero di persone necessarie".

Prosegue Lamorgese: "Il contingente programmato è arrivato a Nembro e Alzano il 6 marzo la sera, iniziando l'attività ricognitiva. Non c'erano ancora disposizioni che imponessero di 'cinturare' l'area. Sia per le forze di polizia sia per le forza armate, la disposizione è partita dal ministero dell'Interno in quanto legata all'ordine e alla sicurezza pubblica. Tutte le disposizioni di cui sto parlando, formulate da parte mia, non sono cristallizate in provvedimenti formali: si è trattato di disposizioni orali". "Ovviamente", precisa poi la testimone, "l'invio di un contingente da parte del capo della polizia è stato invece oggetto di provvedimenti formali".

Lamorgese conferma poi quanto detto ai pm dall'ex premier Giuseppe Conte sul fatto che quest'ultimo non fosse informato sull'invio: "Non sapeva dell'invio delle forze armate proprio perché in quel periodo il fine era di natura preventiva e ricognitiva. Ove ci fosse stato un Dpcm di 'cinturazione' avrei informato il Presidente dell'invio di uomini anche alla luce delle valutazioni del numero di uomini e di mezzi necessari in proposito".

E sul perché la zona rossa non è stata disposta dice: "L'8 marzo il Presidente Conte ha emanato il noto DPCM con il quale, anziché istituire la zona rossa ad Alzano e Nembro, ha emanato disposizioni contenitive per l'intera regione; a quel punto abbiamo ritirato gli uomini. Quelli che provenivano dalla Lombardia sono rimasti in Lombardia, mentre gli altri sono rientrati". Per la Procura di Bergamo, quel 'ritardo' potrebbe avere causato più vittime di quante ce ne sarebbero state se si fossero sigillati i confini della Val Seriana.

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