Discussione
Artisti di strada, ecco la proposta di regolamento per limitare decibel ed esibizioni no-stop
Il percorso di modifica parte dalla maggioranza in municipio Centro Est, si parla di divieto di tamburi sotto i portici e di fasce di quiete più ampie. Contrari i busker. Critico il centrosinistra
Genova. Tamburi e bonghi off limits sotto i portici, amplificazioni silenziate in alcune location particolarmente delicate, ma anche un ampliamento delle fasce di quiete e la creazione di “cuscinetti” di silenzio tra un’esibizione e l’altra. Sono alcune delle proposte di modifica del regolamento comunale sull’attività degli artisti di strada avanzate attraverso una mozione della Lega votata oggi dalla maggioranza del municipio Centro Est, quello dove si concentra in gran parte l’attività dei busker.
Ma è proprio nelle più battute vie del centro storico e nella zona del Quadrilatero che, con il ritorno del turismo post pandemia e quindi anche degli artisti di strada, sono tornate a farsi sentire le lamentele di residenti, commercianti e lavoratori che mal sopportano l’incessante susseguirsi di chitarre rock e arie d’opera ma anche di sonetti decantati, percussioni afro e vocalizzi da popstar – per fare solo alcuni esempi – specialmente se amplificati o particolarmente martellanti.
E così il consigliere della Lega Edoardo Di Cesare ha elaborato un documento che si propone di integrare la normativa esistente specificando determinate criticità. La mozione, che ha avuto il voto positivo del centrodestra in municipio Centro Est ma che sarà ulteriormente emendata prima di essere portata a un tavolo con il Comune – l’ente competente ad apportare modifiche – è stata discussa in consiglio municipale e da una commissione alla quale hanno partecipato anche rappresentanti degli artisti di strada e dei residenti del centro storico.
“Il regolamento c’è ed già limitante per noi, il problema è però rappresentato da chi non rispetta le regole – ha detto Tatyana Zakharova, cantante lirica attiva da molti anni nelle strade del centro – questi artisti non rispettosi continueranno a non seguire il regolamento, soprattutto se non ci saranno in alcun modo controlli”. Un altro artista intervenuto in aula rossa, Andy Baster, ha sottolineato come per molti performer l’amplificazione non possa essere considerata un optional: “Chi deciderà e sulla base di quali parametri dove e come si potrà utilizzare? Ci sono strumenti che non hanno senso senza amplificazione”.
Tra le proposte della Lega, contenute nella mozione, quelle più dirette riguardano la possibilità per il Comune di definire, con apposite ordinanze, quali siano i luoghi dove gli artisti possano usare o meno l’amplificazione, ma solo per le “ballate”, o determinati strumenti. No, ad esempio, alle percussioni sotto i portici di De Ferrari o via XX Settembre. No all’uso di amplificazione vicino alla Cattedrale di San Lorenzo o di altre chiese.
Ma, nella mozione, si parla anche di ridurre di due ore – non più dalle 10 alle 22 ma dalle 10 alle 20 – nei giorni feriali l’orario in cui ci si può esibire. Il regolamento comunale già prevede che un artista abbia al massimo un’ora di tempo consecutiva per suonare, cantare o praticare altre attività ma la mozione chiede che tra un’esibizione e l’altra sia garantito un periodo di quiete.
Nella mozione si propone anche di promuovere l’utilizzo di una app o di altri strumenti digitali per consentire agli artisti di prenotare spazi e slot orari. Una soluzione già introdotta dall’ultima versione del regolamento comunale votata nel 2017 dall’allora giunta di centrosinistra di Marco Doria ma di fatto mai messa in pratica. “Siamo preoccupati per i malfunzionamenti delle app e per la gestione non ottimale delle stesse, che potrebbe finire per arrecare ulteriori danni. Ci siamo confrontati in varie occasioni con le comunità di artisti di Torino e Milano e sappiamo quanto il sistema di digitalizzazione abbia causato loro disagi, rendendo spesso impossibili le esibizioni. E comunque il Comune spenderebbe non pochi soldi in quelle piattaforme”, spiegano i busker genovesi.
Di contro i residenti intervenuti durante la commissione hanno chiesto restrizioni ancora maggiori affermando che la convivenza con chi fa musica dalla mattina alla sera è diventata impossibile.
Il presidente del municipio Centro Est Andrea Carratù ha ricordato che la mozione è solo il primo passo di un percorso che vedrà attore protagonista il Comune e che le proposte potranno tenere conto delle esigenze di tutti, degli artisti come dei residenti. “Noi non siamo contro questa forma di arte, anzi, siamo i primi a volerla valorizzare ma le situazioni vanno valutate strada per strada sul nostro territorio”, sottolinea Carratù.
Dai banchi dell’opposizione, che ha votato contro la mozione della Lega, molte perplessità. Luca Dore, consigliere municipale del Pd, ha stigmatizzato “l’atteggiamento restrittivo dei diritti degli artisti in una città che dovrebbe vantarsi invece della sua grande cultura musicale” e ha affermato che “un regolamento già c’è, basta farlo applicare”. Francesca Coppola, lista Rossoverde, ha invece invitato a prendere ad esempio un regolamento come quello del Comune di Milano, estremamente specifico su metri quadri, decibel, orari e modalità di performance: “Le proposte avanzate con la mozione sono generiche e troppo stringenti”. Stefano Giordano, M5s, ha paragonato il regolamento sugli artisti di strada ai cartelli di “divieto di gioco della palla” nei cortili dei condomini e ha giudicato la mozione “illegittima, la materia è di competenza del Comune”.