Il Consiglio d'Europa di Strasburgo bacchetta il governo sui migranti. In una lettera indirizzata al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatovic invita l'esecutivo a prendere in considerazione il ritiro o la revisione del decreto sul Codice di condotta delle Ong. A giudizio della commissaria, le disposizioni del testo potrebbero ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle navi umanitarie e, quindi, essere in contrasto con gli obblighi dell'Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale.
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Mijatovic, in particolare, critica la politica dei porti lontani attuata dal governo: "Il decreto e la pratica di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiano di privare le persone in difficoltà dell'assistenza salvavita delle ong sulla rotta migratoria più letale del Mediterraneo", scrive la commissaria.
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La risposta del governo
Il "modus operandi" delle Ong "si pone al di fuori dalle fattispecie previste dalla Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare". Lo sostiene il Viminale nella risposta alla missiva del Consiglio d'Europa. "Inoltre – prosegue il ministero dell'Interno – ingenerando nei trafficanti di esseri umani l'aspettativa di un sicuro e immediato intervento appena al largo delle aree di partenza, ha finito con il determinare, a prescindere dalle intenzioni delle Ong, una modulazione del modello criminale che precede l'impiego di imbarcazioni inadeguate alla navigazione in alto mare che, se per un verso garantiscono maggiori guadagni alle organizzazioni criminali, per altro verso, innalzano sensibilimente l'esposizione a rischio dei migranti".
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