Riparte la Commissione femminicidi, sarà bicamerale. Roccella: "Avanti senza divisioni", M5s in pole per presidenzaL'ex presidente Valente: "Parlamento unito su un tema prioritario"
Coinvolge anche l'altro ramo del Parlamento, e arruola in tutto 36 componenti per essere più rappresentativa: è la nuova versione della commissione contro il femminicidio e la violenza di genere, che riparte dopo l'approvazione definitiva del disegno di legge per la sua istituzione. L'aula del Senato ha messo il sigillo all'unanimità con 144 voti favorevoli. Nata nel 2017 e alla sua terza 'vita', la commissione diventa ora bicamerale.
Per due volte è stata istituita al Senato. Nel 2017, sotto la 17/a legislatura e il governo Gentiloni, ha lavorato sette mesi presieduta da Francesca Puglisi, all'epoca senatrice del Pd. Nella legislatura successiva la commissione contava 20 componenti guidati da Valeria Valente, attuale senatrice Dem, e ha lavorato dal 2018 al 2022. Adesso il "salto di qualità" della bicamerale, come l'ha definito Valente, sottolineando l'importanza di avere "il Parlamento unito su un tema prioritario".
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a cura di Redazione Cronaca
Al nuovo formato si è arrivati con un emendamento votato alla Camera per cui i commissari salgono a 18 deputati e altrettanti senatori (rispetto ai 16 + 16 del testo precedente) in proporzione alla consistenza di ogni gruppo. Altra novità – voluta probabilmente per garantire massima rappresentanza e continuità dei lavori – è che ci sia sempre almeno un deputato e almeno un senatore per ogni gruppo. A 'benedire' il provvedimento in Aula, la ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Roccella che ha rimarcato: "Istituire nuovamente la commissione è un importante passo verso obiettivi di giustizia nei confronti delle donne che dobbiamo perseguire e che non ammettono divisioni".
A sostegno del "principio inclusivo" si è espressa anche la senatrice dei Civici d'Italia, Michaela Biancofiore convinta che "il femminicidio non è un argomento da donne o da salotto, è un tumore che coinvolge tutta la società". Sugli interventi da fare, Maria Stella Gelmini di Iv-Azione ha evidenziato che "troppe volte lo Stato non riesce a combattere i femminicidi e ci sono centri antiviolenza che vengono finanziati privatamente, purtroppo senza risorse strutturali".
Ora si apre la partita sulla presidenza. Essendo una commissione bicamerale, per consuetudine dovrebbe essere guidata da una forza di opposizione. Escludendo un bis dei Dem, in pole ci sarebbe il M5s ma anche il Terzo polo potrebbe puntarci. Di certo dovrà tenere conto degli equilibri delle due Camere e, seguendo questo ragionamento, la presidenza potrebbe andare a un eletto a Montecitorio, non più a Palazzo Madama.
Appena pronta, la commissione continuerà i suoi compiti. In primis quello di indagare sulle reali dimensioni e cause del femminicidio e delle violenze di genere e di monitorare l'attuazione della Convenzione di Istanbul su prevenzione e lotta alla violenza alle donne e la violenza domestica, oltre a ogni altro accordo sovranazionale e internazionale, con particolare riguardo al cosiddetto 'Codice rosso'.
(Fonte Ansa)
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