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“Pochi e stanchi al pronto soccorso. Altri tre anni? Manco morto”

Bisogna andare in provincia per comprendere quali sono le condizioni di lavoro in certe strutture sanitarie e come la possibilità di andare in pensione più tardi a molti medici non interessi minimamente. Giuseppe Roccasalva è il responsabile del pronto soccorso di Bronte in provincia di Catania e ha 63 anni. Gliene mancano 3 e mezzo alla pensione. Non ci sono molti medici della sua età al lavoro nei dipartimenti di emergenza. Chi riesce va via prima, si fa trasferire in reparti meno pesanti.
Sarebbe disponibile a restare al lavoro fino a 72 anni?
"Nemmeno morto. Quando avrò 67 anni avrò portato la mia salute all’estremo. Vorrei godermi un po’ di anni di tranquillità. Mi piace leggere e viaggiare, tutte cose che da tempo non riesco più a fare. Questa non è vita".
In vacanza non ci va?
"Si ma per poco. Sono andato a trovare mio figlio 4 giorni e mi sembrava di essere in un altro mondo. Quest’estate dopo due settimane mi hanno richiamato perché un collega di è ammalato e quindi le mie ferie sono state bruscamente interrotte. Mica potevo dirgli di no".
Però lei è responsabile di una struttura. Questo dovrebbe un po’ alleggerirle il lavoro.
"Macché. Al pronto soccorso siamo 3 medici invece degli 8 previsti, lavoro quanto tutti gli altri, non sarebbe possibile fare altrimenti sennò chiudiamo. Dobbiamo visitare una settantina di persone al giorno".
Come fate in 3 ad assicurare tutti i turni?
"Grazie a qualcuno che ci viene a dare una mano dal reparto di medicina. Del resto da soli non potremmo tenere aperto il pronto soccorso. Ma quando non ci siamo i colleghi che scendono ricevono un lauto compenso. Quindi vengono al nostro posto".
Alla fine quanto lavora?
"Oltre 50 ore alla settimana invece delle 38 previste dal contratto".
Viste le condizioni così difficili, ha mai pensato di lasciare?
"Sono 23 anni che lavoro lì dentro, dove vado a questo punto? Se chiedessi il trasferimento mi manderebbero comunque in un altro pronto soccorso. Certo, nei grandi ospedali non hanno i problemi di organico che vediamo qua. A soffrire sono i piccoli come noi Militello, Caltagirone, Giarre".
Pensa che qualche suo collega allungherà comunque la carriera fino a 72 anni?
"No, perché ormai si lavora in condizioni proibitive. Lo Stato preferisce risparmiare allungando la vita lavorativa del medico ma dal punto di vista formativo fa cilecca, visto che ha deciso di mettere il numero chiuso per entrare a Medicina. Tutti i miei colleghi andranno di certo in pensione. Per quanto mi riguarda, sto aspettando altri tre anni e mezzo per godermi la vita e poter riposare un poco".

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