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Sanità, l’allarme della Cgil: “Liguri costretti a curarsi fuori regione”

Liguria. E’ iniziata questa mattina presso il Tower Hotel di Genova la seconda giornata del XIII Congresso Cgil Liguria. I duecento partecipanti, delegate e delegati dei luoghi di lavoro e in rappresentanza dei pensionati iscritti, stanno partecipando al dibattito di questa lunga fase congressuale che a livello nazionale ha coinvolto 1 milione e 300 mila lavoratori. Al centro del dibattito le conseguenze della condizione socio economica ligure sulla vita di lavoratori e pensionati e le ricadute sulla popolazione in termini sociali.

In primo piano ancora la sanità: “I problemi della sanità in Liguria sono noti, dalla carenza di organico alle liste di attesa infinite – commenta Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria -. In questi giorni un’analisi della Corte dei Conti ha messo in luce come la Liguria sia tra le prime 5 regioni con saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria tra regioni tra il 2012 e il 2021 di – 488 milioni di euro”. Il dato fotografa il costo sostenuto dalla Regione per quei liguri che non trovando soluzioni sanitarie sul territorio sono costretti a rivolgersi altrove.

“Insieme alle questioni sanitarie il dibattito ha affrontato quelle legate alla qualità del lavoro: “In Liguria la precarietà ha determinato, dal 2015 al 2020, una perdita dell’8% delle giornate di lavoro retribuito – sottolinea Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria -. Il 40% dei nuovi assunti liguri è concentrato nel terziario e nel turismo, quest’ultimo composto per grande parte da aziende piccole e stagionali”.

Secondo i dati elaborati dall’Ufficio Economico Cgil un lavoratore del turismo in Liguria guadagna mediamente la metà (il 49,5%) di uno dell’industria e anche per questo motivo la Cgil chiede la risoluzione delle grandi crisi industriali liguri e il potenziamento del settore manifatturiero.

“C’è poi un altro dato sottaciuto ma altrettanto preoccupante – continua Calà – in Liguria i minori in povertà ed esclusione sociale passano dal 20,3% del 2020 al 26,9% del 2021. Più di 1 minore su 4 è povero”. Il confronto con i nostri vicini è piuttosto impietoso: in Lombardia il fenomeno è del 17,4% e in Piemonte del 20,3. E’ evidente che in Liguria c’è una vera e propria emergenza che riguarda i giovani alla quale si somma quella sanitaria“.

Alla luce di questo quadro la Cgil lancia la vertenza sulla sanità, a partire dalla battaglia sugli organici affinchè sia garantito il diritto universale alla salute. Sul lavoro la Cgil chiede di “avviare un confronto che metta insieme i sindacati con le imprese, le Regione e gli enti, al fine di superare il nanismo delle imprese liguri qualificandole maggiormente e qualificando anche la manodopera attraverso la formazione a partire dai tanti migranti che transitano sul territorio”.

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