Come affrontare le prossime varianti di SarS-CoV2? Dalla sua comparsa a Dicembre 2019 il Sars-CoV2 è mutato moltissimo creando diverse varianti che abbiamo imparato a conoscere. Ma cosa sono esattamente le varianti e perché si formano? Ce ne dobbiamo preoccupare? Possiamo fare qualcosa a riguardo?
Il Sars-CoV2 è un virus a RNA, il ché significa che contiene le informazioni genetiche in un filamento di RNA a differenza della maggior parte degli esseri viventi che le contengono invece nel DNA. Per poter infettare le cellule umane il SarS-CoV2 deve "convertire" l'RNA in DNA in un'operazione non esente da errori: si stima infatti che per ogni individuo infettato il virus possa mutare tutti i suoi nucleotidi (30.000) almeno un centinaio di volte.
Le mutazioni nella maggior parte dei casi non sono vantaggiose per il virus e vengono perse. Soltanto in alcuni rari casi le mutazioni conferiscono un vantaggio al virus rendendolo, ad esempio, più infettivo o più resistente all'aria aperta: queste mutazioni vengono quindi "fissate" creando nuove varianti.
Considerando la tipologia di virus e la contagiosità del SarS-CoV2 dobbiamo aspettarci che il virus continuerà a mutare e a creare varianti ancora per molto tempo. La circolazione virale incontrollata non è l'unico elemento che favorisce l'emergenza di varianti. Recentemente è stato scoperto che soggetti immunodepressi come i sieropositivi contribuiscono alla creazione di nuove varianti poiché, non essendo in grado di combattere l'infezione in maniera efficiente, si trasformano in veri e propri incubatori di varianti.
L'unico modo per impedire al SarS-CoV2 di mutare e, quindi, di creare varianti è quello di impedirne totalmente la circolazione. Questo approccio è complicato dal fatto che siamo 8 miliardi sulla terra, abbiamo di fronte uno dei virus più contagiosi di sempre e pare che alcuni animali possano fungere da "serbatoio" per il virus.
Considerando che impedire totalmente la circolazione virale è virtualmente impossibile, possiamo limitarne la circolazione? Assolutamente si, tramite le classiche misure di prevenzione: distanze, mascherine e vaccini (è stato osservato che i vaccini limitano anche la trasmissione virale).
Abbiamo detto che, fin quando la circolazione non si sarà arrestata o si sarà fortemente limitata, SarS-CoV2 continuerà a mutare e a formare nuove varianti che non sappiamo se saranno più contagiose e meno letali o viceversa, non esistendo una regola. L'unica "regola" che a produrre varianti è la selezione naturale e l'unica cosa che conta nella selezione naturale è che i più adatti sopravvivono.
Le varianti vanno affrontate in maniera diversa tra la collettività e i governi: per la collettività valgono le seguenti considerazioni:
Per quanto riguarda i governi, l'attenzione dovrebbe focalizzarsi su un continuo monitoraggio delle varianti tramite campionamenti e sequenziamenti nella popolazione, in modo da poter prevedere la prossima ondata pandemica e poterla gestire al meglio.
https://www.nature.com/articles/s41591-022-01816-0
https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMsb2104756
Aureliano Stingi, dottore in biologia molecolare lavora nell'ambito dell'oncologia di precisione. Collabora con l'Organizzazione Mondiale della Sanità nella battaglia contro le fake news a tema Covid19
Twitter: @AurelianoStingi Instagram: Aureliano _Stingi
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