Negozi aperti e allarmi aerei. Ristoranti e caffè, soprattutto i caffè. Sirene notturne e passeggiate in centro. Le bancarelle espongono i "paska", i dolci ucraini della Pasqua ortodossa, e intanto un fumo nero e densissimo si alza all’orizzonte.
L’attacco missilistico di questa mattina ha colpito alcuni magazzini, un orfanotrofio e sfiorato la ferrovia. L’allarme ha suonato per quasi un’ora. Sfidando il padiglione auricolare di una città che – come ha raccontato lo scrittore ucraino Andrei Kurkov – ha un udito "particolarmente affinato".
Leggere il suo romanzo Jimi Hendrix a Leopoli (Keller) significa passeggiare per le strade di questa città splendida e vivace, nel suo lungo inverno, nei caffè in cui ci si chiude per ripararsi dal freddo – le botteghe, le luci alle finestrelle delle case vecchie.
Leopoli, ferita dal Novecento, ancora una volta ha aspettato e sperato di trovare un punto di equilibrio fragile tra la guerra e la vita che chiamiamo normale, quotidiana; tentando di combinare la normalità con l’incubo.
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