Altro che nostalgia di recuperare l’identità dell’antico popolo slavo dei Rus’, altro che mistici richiami al “sacro fiume” Dnepr, altro che «l’Ucraina non esiste» come ama ripetere Vladimir Putin: l’aggressione militare cela motivazioni pratiche e irresistibili per un Paese in difficoltà economiche come la Russia. È chiaro fin dal primo giorno del conflitto che Mosca punta alle ricchezze minerarie del Donbass, e possibilmente anche all’altrettanto prezioso tessuto industriale di tutta la fascia Mariupol-Odessa che cinge la Crimea.
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