MILANO – La governatrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ammette che la Russia deve affrontare "nel secondo trimestre e nell'inizio del terzo", "cambiamenti strutturali della sua economia" a seguito delle sanzioni imposte dopo il conflitto in Ucraina, cambiando il suo "modello di business". Ma subito arrivano le dichiarazioni del leader, Vladimir Putin, a minimizzare la sofferenza economica di Mosca: il "tentato blitzkrieg economico dell'Occidente contro la Russia è fallito, gli stessi iniziatori delle sanzioni sono stati danneggiati", ha detto il presidente.
"Il calcolo doveva minare rapidamente la situazione finanziaria ed economica del nostro Paese, provocare il panico nei mercati, il crollo del sistema bancario, una carenza su larga scala di merci nei negozi", ha dichiarato Putin. Che ha poi aggiunto: "Possiamo già affermare con sicurezza che una tale politica nei confronti della Russia è fallita, la strategia della guerra lampo economica è fallita". Ed ha anzi ribaltato la prospettiva quando ha sostenuto che le sanzioni occidentali hanno portato al deterioramento dell'economia dell'Occidente stesso: "La Russia ha resistito a una pressione senza precedenti provocata dalle sanzioni. Il tentativo occidentale di far collassare il sistema bancario russo con le sanzioni non è riuscito", ha detto Putin.
Toni diversi dalla governatrice, che secondo le ricostruzioni avrebbe provato a dimettersi con l'invasione dello scorso 24 febbraio. Nabiullina ha parlato – come riportano la Bloomberg e la Tass – alla Duma, la camera bassa del Parlamento russo. Lì ha spiegato che le sanzioni imposte dopo il conflitto in Ucraina "hanno colpito in un primo momento il mercato finanziario, anche se ora avranno un impatto più forte sull'economia" russa.
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Secondo le recenti stime della Banca mondiale, l'economia russa dovrebbe andare incontro a una recessione che porterà il Pil a cadere di oltre l'11% nel corso di quest'anno. Per l'Ucraina, il prezzo da pagare all'invasione sarà un quasi dimezzamento del Prodotto interno lordo, visto in calo del 45% nel 2022. Numeri sui quali, per ovvie ragioni, aleggia il massimo dell'incertezza.
Nabiullina ha ricordato che "il periodo in cui l'economia possa vivere sulle scorte è limitato". La sua istituzione ha subito il congelamento di circa 300 su 640 miliardi di dollari di riserve, tra valuta estera e oro. La governatrice ha sottolineato come la banca centrale non "proverà ad abbasse l'inflazione a ogni costo perchè questo limiterebbe l'adattamento dell'economia" alla nuova situazione caratterizzata dalle sanzioni. Secondo Putin, la situazione economica in Russia "si sta stabilizzando", così come l'inflazione, con il rublo che torna ai livelli di prima dell'inizio della guerra in Ucraina.
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Nel suo discorso più significativo dall'avvio della "operazione militare speciale", come Mosca chiama la guerra, Nabiullina ha detto che ci vorrà fino al 2024 per riportare l'inflazione al suo obiettivo del 4 per cento.Nel mese di marzo, la rilevazione della corsa dei prezzi si è attestata al 17 per cento. E già nel secondo e terzo trimestre entreremo in un periodo di trasformazione strutturale e di "ricerca di nuovi modelli di business".
"I problemi principali saranno associati con le restrizioni sulle importazioni e la logistica del commercio estero, e in futuro per le esportazioni", ha spiegato aggiungendo che le aziende russe dovranno adattarsi. "I produttori russi dovranno cercare nuovi partner, logistica, o passare alla produzione di prodotti delle generazioni precedenti", ha detto. Gli esportatori avranno bisogno di cercare nuovi partner e accordi logistici e "tutto questo richiederà del tempo", ha aggiunto Nabiullina, che ha delineato diverse misure per aiutare l'economia ad adattarsi.
La banca centrale russa ha più che raddoppiato il suo tasso di interesse chiave al 20% – quattro giorni dopo l'invasione, quando le sanzioni internazionali hanno colpito – ma poi lo ha tagliato questo mese al 17%, l'8 aprile scorso, segnalando un ambiente economico difficile e un rallentamento dell'inflazione. Nel suo discorso ha messo sul tavolo la possibilità di ulteriori tagli in modo da "creare le condizioni per aumentare la disponibilità di credito per l'economia". E ha anche aperto alla revisione del meccanismo che prevede l'obbligo per gli esportatori (come Gazprom o Rosneft) di cedere l'80% dei ricavi in valuta estera sul mercato, in modo da sostenere il rublo.
Putin ha invece spinto sulla autarchia monetaria, raccomandando di "accelerare" il passaggio dal dollaro "al rublo e ad altre monete nazionali" nelle transazioni internazionali della Russia.
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