KIEV – Gli ultimi giorni, forse le ultime ore di Mariupol sono una lenta agonia che strappa il cuore. La crudeltà con cui si infligge la caduta di una città in cui ci sono ancora centomila abitanti intrappolati da un mese senza acqua corrente e senza cibo resterà nella storia insieme al coraggio di coloro che la stanno difendendo a oltranza, senza volersi o potersi arrendere perché rischierebbero di essere uccisi comunque, e sapendo che solo un miracolo potrebbe salvarli.

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