Non è mai troppo presto per occuparsi della bocca dei nostri figli. Il suo stato di salute, infatti, ha ricadute a cascata, a breve e a lungo termine, e condiziona l'intero organismo. Nemico numero uno dei denti, anche dei bambini, sono le carie.
"Sono comunque a rischio, per il semplice fatto di avere i dentini", ha spiegato Michael Cabana della commissione statunitense di specialisti, la US Preventive Task Force, stilando le nuove linee guida e una serie di raccomandazioni per la prevenzione delle carie in età pediatrica, pubblicate sulla rivista Jama. Le raccomandazioni ribadiscono l'importanza di una dieta sana, della corretta igiene orale e dell'integrazione con il fluoro, quando necessario.
di
Irma D’Aria
La carie rappresenta la malattia cronica più comune in età pediatrica, sottolinea Cabana dell'Albert Einstein College of Medicine, a New York, e si accompagna non solo al dolore, ma anche a una conseguenza di rado considerata: qualcosa come 50 milioni di ore l'anno perse, a scuola o nelle attività di gioco (e il dato si riferisce solo ai bambini americani).
Il nemico-carie è grave anche in Italia, sottolineano Giuseppe Marzo, direttore della scuola di specializzazione di Ortognatodonzia dell'Università dell'Aquila, e Sabina Saccomanno, docente nella stessa scuola.
I dati sono eloquenti: è colpito il 3% dei bambini sotto i 2 anni di età, il 6% di quelli di 3 anni, il 15% dei piccoli di 4-5 anni, fino al 44% dei ragazzi di 12 anni. Quasi uno su due. "Nonostante i notevoli progressi in termini di attenzione e cura per l'igiene orale – sottolinea Saccomanno – la carie rimane una delle malattie con maggiore prevalenza nel mondo, sia negli adulti sia nei bambini".
Si tratta di una malattia infettiva a carattere cronico-degenerativo che dipende da una molteplicità di fattori. "Ma – aggiunge Saccomanno – può essere considerata una patologia caratteristica dei bambini, perché l'anatomia e la morfologia dei denti da latte, i decidui, li rendono più facilmente esposti ai processi degenerativi".
Sono davvero tanti gli elementi che influenzano la salute orale di un bambino, a cominciare da quelli meno scontati: la bocca della mamma, per esempio, ha un ruolo primario nella colonizzazione del cavo orale da parte dei batteri cariogeni e, quindi, si deve fare attenzione alla cura dei denti già a partire dalla gravidanza e poi durante l'allattamento.
Naturalmente l'alimentazione ha un impatto fortissimo sulla salute orale in età pediatrica: "I bambini – sottolinea Marzo – mangiano sempre peggio. L'industrializzazione dei cibi ha ridotto la capacità di masticare e, per di più, consumano alimenti sempre più dolci e che tendono ad appiccicarsi sui denti". Se poi l'igiene orale è carente, questi cibi determinano i presupposti per l'attacco delle carie. "Se i bambini mangiassero cibi che richiedono più masticazione, come le verdure crude, si avrebbe un alleato naturale contro le carie nella dieta. Pensiamo a finocchi e carote, che fanno da filo interdentale naturale, aiutando a tenere puliti i dentini".
"Gli zuccheri, poi, hanno un potente ruolo nella formazione delle carie, perché forniscono un substrato per l'azione di batteri acidogeni presenti nel cavo orale: rendono acido il Ph salivare e della placca e creano così la lesione", spiega Saccomanno. I più pericolosi sono quelli "aggiunti", vale a dire "nascosti": sono contenuti nei succhi di frutta, nelle caramelle e nei biscotti e – come evidenziano numerosi studi – nelle bibite, date troppo spesso al posto dell'acqua. È perciò fondamentale che i genitori facciano attenzione e limitino il consumo di tutti questi cibi.
Per orientarsi sulla dieta corretta anti-carie e su come combinare gli alimenti per ridurne il rischio esiste uno strumento: la cosiddetta "piramide odonto-alimentare". All'apice ci sono i cibi cariogeni (da consumarsi poco e comunque in associazione a cibi protettivi), come gli zuccheri semplici, appunto, e più in generale i cibi acidi come le bibite.
Scendendo, si trovano le verdure e poi carne, pesce, formaggi e uova, che sono, in gergo, cariostatici, vale a dire sono neutri sul fronte del rischio carie. Infine, alla base della piramide, appaiono i cibi protettivi o anti-cariogeni che sono da consumare liberamente, in particolare a fine pasto o come spuntino. Si tratta di frutta fresca e a guscio (dalle noci alle mandorle) e di verdure fibrose crude, come sedano, carote, finocchi e insalata, oltre al latte e ai formaggi stagionati.
Curare la bocca è essenziale. La carie in età pediatrica può avere diverse conseguenze, sia a breve sia a lungo termine: il rapporto della task force statunitense ricorda le principali, non ultimi i ritardi di crescita e i possibili cattivi risultati a scuola.
Una carie con rischio di estrazione del dente può poi portare a perdita di elementi sia decidui sia permanenti e, quindi, allo sviluppo della malocclusione, quando i denti dell'arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell'arcata inferiore, e anche a un rischio più elevato di sviluppare nuove carie nella dentizione mista e permanente.
Uno studio, pubblicato sulla rivista Caries Research e condotto all'Accademia Sahlgrenska in Svezia da Ann-Catrin André Kramer, mostra che per i bambini che già a tre anni presentano delle carie i pericoli di danni che si protraggono negli anni successivi sono molto elevati.
di
Claudia Carucci
Le carie, poi, possono portare a complicanze infettive. Non solo locali, ma in altre aree dell'organismo e diventare di tipo sistemico. Senza contare che in età pediatrica rappresentano un fattore di rischio non indifferente per una minore qualità di vita, con tanti episodi di disagio e di dolore e, fatto non secondario, della compromissione funzionale ed estetica della bocca. Ecco perché è importante prevenirle e combatterle.[[ge:rep-locali:content-hub:337747483]]
"Come ateneo – concludono Saccomanno e Marzo – stiamo lavorando a un progetto sulla prevenzione, rivolto alla fascia di età 0-6 anni, in collaborazione con Luigi Paglia, responsabile del reparto di odontoiatria infantile dell'Istituto Stomatologico Italiano di Milano, allo scopo di creare una migliore comunicazione alle famiglie".
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