Un salone «sempre ombreggiato e silenzioso» che la sera si animava per far sprofondare nei suoi divani colorati e comodissimi, invecchiati dallo scorrere del tempo, un universo variegato e difforme di amici e parenti, di attori e produttori, scrittori e sceneggiatori «di solito più giovani» che Bernardo «voleva intorno a sé per ascoltarne i racconti, captare sensazioni, aprire dibattiti».
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