Da due mesi a questa parte, da quando la Russia ha invaso la sua Ucraina, vive attaccato al telefono perché la testa è sempre lì. E l'unico pensiero che non sia la guerra per Oleksandr Zinchenko è il calcio. Il giocatore del Manchester City già in diverse interviste ha raccontato il suo stato d'animo, continua a farlo e a parlare di guerra perché secondo lui il rischio è che la gente si abitui, che non provi più orrore e rabbia per quel che sta accadendo. "Odio chi sta facendo tutto questo al popolo ucraino – dice il giocatore classe '96 in un'intervista a 'The Guardian' -. E odio le persone in Russia che cercano di convincere gli altri che le notizie e le immagini sono solo propaganda. È imbarazzante. Come possono dirlo? La gente mi manda le foto dei corpi dei nostri civili morti e rimasti a terra per due settimane. Devono assumersi la responsabilità di un genocidio. Ho letto che oltre il 70% dei russi sostiene questo massacro. È incredibile. Semplicemente non capisco. Ma questa è la differenza tra Ucraina e Russia. Da quando gioco all'estero, ho sentito dire che noi e loro siamo simili, non è neanche lontanamente vero. In Ucraina possiamo parlare e pensare liberamente e continueremo a farlo quando ricostruiremo il nostro Paese".
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"Deluso dal silenzio dei miei colleghi russi"
Il calciatore nato a Radomyshl, una città di circa 15.000 abitanti a 60 miglia a ovest di Kiev, prosegue nel suo sfogo ("Nemmeno i soldati russi sanno perché sono in Ucraina, per cosa stanno combattendo e per chi"), ma non può accettare il silenzio dei suoi colleghi, dei calciatori russi più famosi, lui che all'inizio della sua carriera ha vestito per due anni la maglia del club russo FC Ufa. "Ho amici lì, ma ora si sono ridotti quasi a nulla – racconta ancora -. Sono così deluso. I ragazzi che conosco mi hanno chiamato non appena è avvenuta l'invasione, mi hanno scritto 'Mi dispiace tanto Alex, ma non possiamo fare nulla'. Certo che puoi. Rimanere in silenzio vuol dire sostenere ciò che sta accadendo in Ucraina in questo momento e io non riesco a capire. Forse hanno paura, sui social vediamo immagini di russi che vengono portati in prigione se protestano, ma i calciatori hanno un seguito enorme, se si schierassero contro la guerra pensate che li arresterebbero? Dovrebbero scrivere sui social 'Siamo contro la guerra, dobbiamo fermarla'. E' un peccato che non dicano nulla".
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"Orgoglioso di essere ucraino: nessuno lascia la sua terra"
Zinchenko sottolinea la forza del popolo ucraino, la volontà di non piegarsi anche a rischio della vita. "Nessuno vuole andarsene – dice il giocatore dei Citizens -. Gli uomini si sono arruolati, pronti a combattere con qualsiasi cosa. Non rinunciano alla difesa della loro terra, delle loro case, dei luoghi dove sono nati e cresciuti. E' la nostra mentalità e io sono orgoglioso di far parte di questo Paese. È un incubo quello che sta accadendo. Hanno ucciso i nostri civili. Hanno ucciso i nostri figli. Hanno violentato donne e ragazze. Non riesco nemmeno a descrivere cosa provo per loro". Finora Radomyshl è sfuggita al peggio: "Mi è stato detto che le truppe russe stavano cercando di attraversare Radomyshl e si stavano nascondendo nei boschi, cercando di trovare i civili nelle loro auto, ucciderli e prendere tutto ciò che avevano".
"Fare di più per i rifugiati: in tanti hanno bisogno"
Lui si sta dando da fare per aiutare il suo popolo con aste per raccogliere fondi e sostenendo il progetto "World Sports for Ukraine". "Tutti stanno facendo molto, a cominciare dalla consegna delle merci, per finire con l'ospitalità delle persone che scappano dalla guerra. Ringrazio il governo del Regno Unito e Boris Johnson per la loro assistenza. Il fatto che sia venuto a Kiev è stato un buon segnale per noi, ma vorrei chiedere anche a lui di fare qualcos'altro per i rifugiati, in tanti hanno un disperato bisogno". Per Zinchenko per contrastare Putin e fermare la Russia "l'Europa deve smettere di acquistare gas e petrolio dai russi; stanno solo investendo nella guerra. È importante isolarli da tutto".
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"Grazie a Guardiola e ai compagni per come mi sostengono"
Il ManCity lo sostiene, gli ha anche assegnato la fascia di capitano in alcune partite subito dopo l'inizio della guerra, mentre le bandiere dell'Ucraina sventolavano sugli spalti e il pubblico inglese ha dimostrato di essere vicino al suo popolo. "Avevo gli occhi pieni di lacrime davanti a quel sostegno ancora più forte ho sentito l'orgoglio di essere ucraino. Non posso spiegare esattamente cosa ho provato dentro ma, sono orgoglioso di essere ucraino e grato alle persone che continuano a sostenerci. Devo ringraziare mister Guardiola e il nostro capitano Fernandinho – sottolinea Zinchenko esprimendo la sua gratitudine – che mi hanno dato l'opportunità di portare la fascia e ogni giorno vengono da me e si informano".
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