E' il 53° giorno di guerra, e i bombardamenti russi sull'Ucraina sono tornati a intensificarsi dopo l'affondamento dell'incrociatore Moskva (può essere una svolta nella guerra? Sì, ecco perché). Ma in queste ore è Mariupol al centro dell'attenzione. La città portuale sul Mar di Azov, obiettivo russo perché lungo la costa che strategicamente collega il Donbass a Est con la Crimea a Ovest, vive ore drammatiche. Il ministero della Difesa russo afferma di averla ripulita dai "nazisti" del Battaglione Azov e le poche migliaia di combattenti per l'Ucraina sarebbero bloccati nell'impianto metallurgico Azovstal. Da Mosca è arrivato in tarda serata l'ultimatum: i soldati ucraini a Mariupol depongano le armi entro le 6 del mattino (le 5 in Italia) e avranno salva la vita. Messaggio indirizzato anche al presidente ucraino Zelensky, che durante la giornata di sabato aveva ammesso la gravità della situazione a Mariupol dicendo di temere per la vita dei suoi soldati in caso di resa. "Se li annientano – le parole di Zelensky – si chiude ogni possibile negoziato con Mosca".
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00.01 Ultimatum russo ai difensori di Mariupol: resa all'alba e avrete salva la vita
Le forze russe hanno offerto alle poche migliaia di difensori superstiti di Mariupol, intrappolati nell'acciaieria Azovstal, di deporre le armi alle 6 del mattino di Mosca (le cinque in Italia) e avere salva la vita. Lo afferma in una nota, riporta Tass, il capo del Centro di controllo della difesa nazionale della Federazione russa, il colonnello generale Mikhail Mizintsev. "Data la situazione catastrofica che si è sviluppata nello stabilimento metallurgico Azovstal, e anche guidate da principi puramente umani, le forze armate russe offrono ai militanti dei battaglioni nazionalisti e ai mercenari stranieri bloccati a Mariupol di cessare le ostilità e deporre le armi dalle 06:00 ora di Mosca di domenica, garantendo loro la conservazione della loro vita", si legge nella nota.
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