Per la pasta frolla: 330 gr di farina 00, 120 gr di strutto a temperatura ambiente, un uovo intero e due tuorli, 130 gr di zucchero, 1/2 cucchiaino di lievito per dolci, buccia grattugiata di un limone (in alternativa o in aggiunta buccia grattugiata di un’arancia), 1 cucchiaino di estratto di vaniglia, un pizzico di sale. Per il ripieno: 400 g di ricotta di pecora perfettamente sgocciolata, 150 g di zucchero, 75 g di gocce di cioccolato fondente, circa 10 cucchiai di pan di spagna sbriciolato, zucchero a velo per completare.
Cosa fare? Sgocciolare perfettamente la ricotta e metterla in una ciotola; aggiungere lo zucchero e lavorare con le fruste elettriche fino ad ottenere una crema. Unire le gocce di cioccolato e riporre in frigo. Montare lo strutto morbido con lo zucchero, gli aromi e il pizzico di sale. Mescolare la farina con il lievito e aggiungerla al composto mescolando con una spatola. Trasferire l’impasto su una spianatoia e lavorarlo brevemente in modo da formare una palla. Riporre in frigo per due ore. Trascorso il tempo stendere la pasta frolla con un mattarello infarinato ad uno spessore di pochi millimetri e porla in una teglia imburrata e infarinata coprendo anche i bordi; bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta. Aggiungere cinque cucchiai di pan di spagna sbriciolato e poi la farcia di ricotta, livellando bene. Completare con gli altri cinque cucchiai di pan di spagna. Chiudere la cassata al forno con un altro strato di pasta frolla steso ad uno spessore di pochi millimetri facendo aderire bene sui bordi in modo da formare un guscio. Cuocere in forno statico a 180° per circa 40 – 45 minuti, fino a leggera doratura. Sfornare e lasciar raffreddare in teglia, poi capovolgere e decorare con zucchero al velo utilizzando degli spaghetti crudi per creare il decoro a nido d’ape.
Tintu è cu nun mancia a cassata a matina ri Pasqua (disgraziato chi non mangia la cassata la mattina di Pasqua): in questo detto popolare è sintetizzata la fama della cassata siciliana. Ma attenzione, il dolce prelibato come lo pensiamo oggi, a base di pan di spagna, glassa di zucchero e canditi (oltre all’immancabile ricotta), ha un nobile antenato, la cassata al forno. È da questo dolce più semplice ma altrettanto gustoso – che arriva direttamente dal periodo della dominazione araba dell’isola – che discendono tutte le versioni successive, decorate e ricamate con glassa e canditi dalle suore dei conventi di Palermo, instancabili ed invisibili demiurghe di tutta la pasticceria siciliana. Anche il nome deriva dall’arabo “quas’at” che significa ciotola, la stessa nella quale, secondo la tradizione, un pastore decise di mescolare e poi infornare un composto ottenuto mescolando ricotta di pecora e miele.
Il 15 aprile 2019 alle 18.50 una nube di fumo nero si leva sopra i tetti di Parigi: alcune impalcature in legno sul tetto della cattedrale di Notre-Dame (posizionate per un restauro in corso) prendono fuoco e rapidamente le fiamme dilagano (qui il videoracconto https://youtu.be/HiBXSNwv4hQ) I vigili del fuoco domeranno definitivamente l’incendio alle 4 del mattino dopo. In redazione si discute sulla foto da usare in prima pagina: colpisce la scelta grafica del fuoco che divora la testata del giornale, simbolo di partecipazione e solidarietà per la tragedia. La riapertura di Notre-Dame è prevista per il 2024, ma è già possibile un tour virtuale che conduce attraverso la sua storia e le fasi della ricostruzione.
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