AGI – Nell'agosto del 2003 il collasso del rapporto di buon vicinato tra l'Unione europea e la Russia sembrava lontano anni luce. La Crimea era ancora saldamente ucraina e il Donbass era una regione su cui i giovani diplomatici americani facevano ironia pecoreccia per una volgare assonanza.
Ma non solo: una foto del 30 agosto ritrae Silvio Berlusconi – allora presidente del Consiglio – e il presidente russo, Vladimir Putin, passare in rassegna il picchetto d'onore sul ponte di una nave che era l'orgoglio della marina russa ed era ancorata al largo delle coste sarde: l'incrociatore Moskva. La stessa nave che ora giace sul fondo del Mar Nero, colata a picco, secondo il Pentagono, dopo essere stata centrata da due missili ucraini.
Uno strano destino quello della Moskva, armata fino ai denti eppure prima del 2008 simbolo di pace. A bordo dell'incrociatore (che all'epoca si chiamava Slava) aveva dormito Mikhail Gorbaciov nel dicembre 1989, alla vigilia della dissoluzione dell'Urss, prima di incontrare il presidente statunitense George Bush a Malta. Non a caso Putin l'aveva scelta per ospitare l'amico Berlusconi dopo essere stato a sua volta ospite del Cavaliere nell'hotel Abi di 'Oru per una cena allietata da Andrea Bocelli.
La mattina del 30 agosto 2003 i due leader erano arrivati poco prima di mezzogiorno a bordo del Moskva, alla fonda al largo della Maddalena, proprio davanti alla base americana di Santo Stefano e Putin aveva tenuto a far sapere che la nave non era in Costa Smeralda per proteggere lui.
I due avevano raggiunto l'incrociatore con il panfilo Argo della Marina italiana. Ad accoglierli c'era il vice ammiraglio Vladimir Massorin, comandante della flotta del Mar Nero. L'attracco della Argo alla Moskva non era stato dei più felici: a complicarlo le condizioni del mare, un po' agitato. Il primo a scendere dal panfilo era stato Putin, che poi aveva lasciato a Berlusconi l'onore di mettere piede per primo sull'incrociatore. Mentre la banda eseguiva l'inno, Massorin aveva rivolto al presidente russo e al suo ospite il tradizionale saluto. Poi tutti insieme si erano spostati sul ponte principale dove li attendevano schierati molti dei 250 marinai e ufficiali della nave, comprese alcune donne. Una volta passato in rassegna il picchetto d'onore, Berlusconi e Putin avevano iniziato la visita della nave.
In Sardegna i due leader avevano parlato degli accordi economici che sarebbero poi stati sostanziati in occasione della visita di stato di Putin a Roma il 5 novembre. In particolare, aveva annunciato Berlusconi, "sosterremo l'implementazione delle importazioni sia per il petrolio sia per il gas, stiamo vedendo di raddoppiare il gasdotto".
Con parole che oggi suonano stonate, Putin aveva assicurato di voler avviare una collaborazione proficua con la futura Difesa comune europea che non rappresenta per Mosca una minaccia. "Penso che non abbiamo niente da temere dal processo di realizzazione della politica europea di Difesa", aveva detto “la Russia è pronta a collaborare con la Nato e con la Difesa europea".
L'indomani la Moskva era partita con il cacciatiorpediniere Audace della Marina italiana alla volta del porto di La Spezia per partecipare a una esercitazione congiunta antiaerea nell'ambito del programma Pfp, Partner for the Peace. Un'era fa.
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